Le trenta cose più iconiche che ci legano ad Italia ’90
2 Agosto 2021
15. IL PASSAGGIO DI CONSEGNE

Questa immagine fece il giro del mondo e rappresentò un passaggio di consegne, Baggio in quel Mondiale giocò indossando il numero 15, il suo gol alla Cecoslovacchia fu eletto il miglior gol della competizione e a fine torneo fu eletto da Maradona come miglior 10 del torneo.
Sappiamo tutti che quel 15 era solamente momentaneo.
14. IL BRASILE CHE PASSA I GIRONI GRAZIE AD UN GIOCATORE DI “SERIE B”

Il Brasile viene considerata la patria mondiale del calcio.
Ad Italia ’90 però, i brasiliani non entusiasmarono per niente, anzi, non tutti si ricordano che riuscì a superare il girone battendo di misura Costa Rica e Scozia.
Entrambe le partite furono decise da un giocatore che giocava in Serie B con la maglia del Torino: Luiz Antônio Correia da Costa, in arte Müller.
13. LA REGOLA DEL VENTI… INFRANTA SOLO DALL’ITALIA

Minuto 90 di Corea del Sud-Uruguay, ultima gara del girone E. Un pari che non serve a nessuno, dal momento che entrambe le formazioni sarebbero eliminate. Ci pensa un giovane Daniel Fonseca, che poi arriverà a Cagliari insieme al Principe Francescoli, di testa, a fulminare Choi In-Young, regalando il pass per gli ottavi come ultima delle terze, beffando sul filo di lana Scozia ed Austria, le due escluse. Per l’Italia, prossima avversaria, si materializza un incubo statistico, chiamato “la regola del Venti”, che vuole la Celeste sempre protagonista ogni due decenni: nel 1930, prima edizione del mondiale, e nel 1950, con il celebre Maracanaço, l’Uruguay vince il torneo. Nel 1970 arriva comunque tra le prime quattro, sconfitto in semifinale dal Brasile. Saranno il solito Schillaci e Serena a firmare il 2-0 per gli azzurri e a mandare a casa la squadra di Tabarez, che nel 2010, un ventennio dopo, arriverà nuovamente sul podio, chiudendo quarta.
12. LA CAPOCCIATA DI OMAM-BIYIK

Com’è strano, il calcio. Il match d’esordio del mondiale italiano mette di fronte i campioni in carica, l’Argentina di Diego Armando Maradona ed una squadra semisconosciuta, il Camerun, in un San Siro apparecchiato a festa che non ha per nulla voglia di applaudire un nemico giurato di Inter e Milan come il “Pibe”. Quelli che diventeranno per tutti i Leoni Indomabili restano in dieci al 64’, e non sarà l’unica volta nel torneo, ma tre minuti dopo trovano il gol partita: Makanaky rovescia un pallone in area, François Omam-Biyik va in cielo, Sensini osserva e Pumpido fa la frittata, regalando la più incredibile delle sorprese. Il Camerun, allenato dal russo Valery Nepomniachi, peraltro inviso ai più dei suoi giocatori per i suoi metodi duri e la disciplina, subisce addirittura un’altra espulsione, ma resiste e vince addirittura il girone B.
11. IL LOOK DI VALDERRAMA

Inimitabile, inconfondibile, iconico.
Valderrama si presenta al mondo con una capigliatura mai vista prima per un calciatore, nei videogame dell’epoca fu l’unico che era facilmente riconoscibile e anche il suo look aiutò a far conoscere la sua Nazionale in tutto il mondo.

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