Ma come ha fatto l’Olanda nel 2002 a non qualificarsi al Mondiale con questa rosa fenomenale?
1 Luglio 2020
Michael REIZIGER (5 presenze, 406’)
Come diversi compagni di squadra, Reiziger lascia l’Ajax nell’estate 1996 per approdare al Milan, in un’operazione decisamente vantaggiosa dal punto di vista economico ma che – lato marketing – vuole rinverdire i fasti rossoneri con un quartetto di olandesi, come accaduto con Gullit, Van Basten e Rijkaard. Non sarà così, ma un po’ come accaduto per Kluivert e Bogarde, come paracadute arriverà van Gaal, che lo porterà con sé al Barcellona.
Clarence SEEDORF (5 presenze, 326’)
Uno dei centrocampisti più talentuosi della sua generazione, che a quei tempi veste il nerazzurro, pur raccogliendo in seguito i maggiori successi della carriera sull’altra sponda milanese. In Nazionale va ad intermittenza: van Gaal lo ha lanciato giovanissimo all’Ajax, dove ha conquistato un posto poco più che maggiorenne tra gli arancioni, ma lo impiega poi il giusto, solo cinque volte, con tre reti rifilate tra Cipro e Andorra.
Jimmy Floyd HASSELBAINK (6 presenze, 381’)
Bella storia, quella dell’attaccante di Paramaribo. Nel 1993, a ventuno anni, sembra già finito ma risorge in Portogallo, dove lo adocchia il Leeds United. I Peacocks lo acquistano per soli due milioni di sterline, incassandone sei volte tanto un biennio più tardi dall’Atletico Madrid. Torna in Premier League con il Chelsea, vestendo i panni del cecchino implacabile, mentre in Nazionale deve spesso dividere lo spazio con Kluivert e Van Nisterlrooy: sei gettoni nelle qualificazioni mondiali, di cui due dalla panchina, trovando comunque tre volte la via del gol.
Mario MELCHIOT (6 presenze, 522’)
Aitante difensore (188 centimetri) cresciuto alla scuola Ajax, al tempo in cui scriviamo ha già salutato l’Amsterdam ArenA per far tappa in Premier League, dove si è accasato a Stamford Bridge. Non è sicuramente una prima scelta della difesa del Chelsea, ma in Nazionale trova tanto spazio: nelle qualificazioni, infatti, gioca sei gare su dieci, tutte da titolare.
Frank DE BOER (7 presenze, 630’)
Anche lui, come Cocu, poteva essere definito all’epoca un “allenatore in campo”. Ma se chiedete ai tifosi dell’Inter, forse non saranno d’accordo sui risultati. Da difensore, comunque, sa il fatto suo: leader del reparto arretrato dei lancieri di Amsterdam, lascia il natio suolo per approdare – ma guarda un po’? – a Barcellona, sempre a braccetto col gemello Ronald. Chiude poi la carriera tra Galatasaray e Rangers Glasgow, per poi iniziare la propria carriera in panchina all’Ajax.
Mark VAN BOMMEL (7 presenze, 515’)
Capitan futuro. Il centrocampista di Maasbracht ha esordito giovanissimo in Eredivisie con la maglia del Fortuna Sittard, portato poi addirittura fino alla finale di coppa d’Olanda, per poi approdare al PSV Eindhoven dove conquista la maglia Oranje. In quell’Olanda, nonostante non abbia ancora venticinque anni, garantisce fosforo e solidità, virtù che poi affinerà nel passare degli anni nelle esperienze di Barcellona e Monaco di Baviera, prima di chiudere col Milan ed il ritorno al PSV Eindhoven.
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