Non sapevo di aver giocato nell’Inter: 25 giocatori nerazzurri che non ti ricordi
3 Aprile 2022
Marco FORTIN

Alle spalle di Pagliuca e Mondini – prima ancora di farci sognare con quel gioco di pronuncia inglese sul suo cognome per esibire con fierezza il 14 come numero di maglia – Fortin visse da terzo portiere la sua prima stagione da professionista. Senza mai scendere in campo. Si fa conoscere al Treviso dove resta anche in C1 nonostante la retrocessione, ma spicca successivamente il volo al Siena con cui gioca in pianta stabile in A. Chiude al Vicenza, dopo un biennio al Cagliari come vice di Chimenti.
Alessandro CONTICCHIO

La prima esperienza da professionista la vive da spettatore non pagante, seduto in panchina, con la pettorina sopra la casacca interista ad ammirare le gesta dei grandi campioni. Il debutto con i nerazzurri non arriverà mai, mentre il trampolino di lancio con il Gualdo farà da apripista per l’avventura a Lecce del mediano viterbese. Senza dubbio la più significativa della sua carriera. Di seguito le tappe importanti di Torino, Cagliari e per concludere Avellino.
Andrea ZANCHETTA

Qualche scampolo di minutaggio in Coppa Italia prima dei due gettoni di presenza marcati di nerazzurro – contro Foggia e Napoli – che gli regalano l’esordio in massima serie. Sceglie il Chievo, invece, per costruirsi un futuro da titolare. Quello con i gialloblù è un rapporto di lunga data che si interrompe solo in due occasioni, quando accetta la chiamata della Reggina e del Vicenza. Resta innegabile il contributo di Zanchetta alla scalata dei clivensi in serie A.
Massimo MARAZZINA

Difficile pensare ai suoi gol senza ricordare al suo fianco Cossato, così come resta complicato parlare di entrambi senza la favola Chievo. Un miracolo a cui Marazzina ha dato un forte contributo, seppur intervallato dalla prima vera esperienza in A con la Reggina. Prima di tutto questo, per l’attaccante lombardo, c’è stato anche il tempo per debuttare con la casacca più prestigiosa dell’Inter. Tre presenze, sufficienti a suggellare la crescita calcistica nello stesso vivaio interista.
Natale GONNELLA

Il salto dal settore giovanile alla prima squadra non si compie mai con l’esordio, mentre Gualdo e Ravenna sono le due società con cui Gonnella assaggia le prime vere esperienze. Il nerazzurro è comunque nel suo destino, e anche se non è quello interista sarà l’Atalanta a scegliere di investire sul difensore, dopo le buonissime prestazioni messe a referto col Verona. Una volta terminata l’avventura bergamasca comincia a girovagare per l’Italia: Arezzo, Pescara, Como e Casale per poi chiudere con i dilettanti.
Luca MONDINI

Esce dal settore giovanile come uno dei prospetti più interessanti, vive una stagione intera alle spalle di un Totem come Pagliuca senza mai scendere in campo. L’esperienza interista termina quindi priva di presenze, e saranno Spezia, Como e Fidelis Andria a forgiare le qualità dell’estremo difensore che toccherà la massima categoria con Vicenza e Napoli. Nel mezzo tante avventure in cadetteria e in terza serie, fino all’ultima maglia del Crociati Noceto in Lega Pro con cui si toglie definitivamente i guanti.
Marco LANDUCCI

Si impone all’attenzione degli addetti ai lavori dopo le ottime stagioni da titolare con la Fiorentina, con il culmine della finale di Coppa Uefa del 1990 persa contro la Juventus. In Viola, Landucci, vive le stagioni più belle, framezzate dalle annate in prestito al Rondinella e soprattutto con il Parma dove ottiene la promozione in B. La chiamata dell’Inter come vice di Pagliuca arriva quasi inaspettata, seppur decisivo – nell’anno appena concluso – per il ritorno dell’Avellino tra i cadetti. Con i nerazzurri non scende mai in campo e terminerà la carriera con i colori di Venezia, Verona e Lucchese.

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