Numeri 1 non solo fra i pali: ecco i 20 portieri che ti ricorderai per il loro look
1 Aprile 2022
German Adrian BURGOS
Autentico loco del calcio mondiale, El Mono Burgos ha costruito la propria carriera tra Argentina, sua terra natale, e Spagna. Dopo gli inizi al Ferro Carril Oeste, l’estremo difensore di Mar del Plata si è consacrato al grande pubblico difendendo i pali del River Plate, con cui ha vinto anche la Libertadores nel 1996. Dopo l’esperienza con i Millonarios ha deciso di tentare l’avventura in terra iberica, giocando per il Maiorca e per l’Atletico Madrid, dove ha concluso la carriera. Carriera che lo ha visto sempre esibire una folta chioma in stile rocker anni ‘70 e l’immancabile cappellino per difendersi dai raggi solari.
Bruce GROBBELAAR
Sebbene il portiere dello Zimbabwe sia uno dei simboli degli anni ’80 in quanto ad esuberanza – così come il collega belga Pfaff – di sicuro è impossibile non ricordare il suo stile fra i pali. Il sorriso sornione a sbeffeggiare l’avversario, il baffo da sparviero e i tifosi della Kop a fargli da claque ad ogni suo intervento (più o meno elegante) fra i pali. Con il Liverpool ha alzato al cielo la Coppa dei Campioni del 1984 tuttora indigesta ai tifosi della Roma, assieme a cinque titoli inglesi. Anfield Road ha ammirato le sue gesta dal 1980 al 1994, quando poi passò al Southampton.
Giuseppe TAGLIALATELA
Puoi non essere citato tra i portieri più stravaganti del periodo nostalgico se la DC Comics minaccia vie legali nei tuoi confronti? Ovviamente, no. Eccellente para rigori, Giuseppe Pino Taglialatela ha raggiunto l’apice della propria carriera con la maglia del Napoli, maglia con la quale si è consacrato tra i migliori portieri del campionato italiano degli anni ‘90 e si è guadagnato il soprannome con cui è noto ancora oggi: Batman. Tutto ciò per una lunga serie di prodezze sul campo a cui si è poi andata ad aggiungere la storica maglietta con il pipistrello stilizzato sul petto.
Oscar PEREZ Rojas
Si sa, il Messico è da sempre terra di portieri alquanto eclettici. Uno dei più quotati è sicuramente Oscar Perez, concentrato di atletismo e riflessi felini di soli 172 cm. Ed è proprio la sua capacità di salto che gli è valsa il suo soprannome: El Conejo. Un soprannome azzeccatissimo, visto che per svettare in area di rigore con la sua altezza in mezzo ai colossi del calcio moderno bisogna davvero avere doti straordinarie. Capacità che gli hanno permesso di mantenersi ad alti livelli fino a 40 anni suonati. È lui, infatti, il portiere più anziano ad aver mai giocato una partita del Mondiale per club.
René HIGUITA
Basta pronunciare il suo nome per entrare in un mix di aneddoti folli: dal gesto dello scorpione all’arresto per aver mediato in un sequestro di persona senza aver avvisato le forze dell’ordine (reclusione che gli è costata la partecipazione al Mondiale del 1994), dalle reti segnate con le maglie dei propri club e della nazionale alle amicizie poco raccomandabili (su tutte quella con il re del narcotraffico colombiano, Pablo Escobar), dalla Libertadores vinta con l’Atletico Nacional all’errore che ha eliminato la Colombia dai Mondiali del 1990. Tutto questo (e molto altro) è stato René Higuita, uno dei più estroversi e controversi giocatori della storia del calcio.
Andrea MAZZANTINI
Portiere dotato di un’esplosività mostruosa (che permetteva di sopperire ad un’altezza non troppo elevata), Mazzantini è stato uno dei volti principali del Perugia di fine anni ‘90 e inizio anni 2000. Il suo marchio di fabbrica erano le parate spettacolari, soprattutto quelle alte. Interventi che non passavano inosservati anche grazie ad un look molto underground: capelli lunghi e barba incolta in stile Rambo, maglietta arancione acceso e pantaloncini aderenti e arrotolati il più in alto possibile. Un mix che mandava ogni volta in visibilio il pubblico del Curi.
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