Privacy Policy Qual è il primo portiere italiano anni '90 che vi viene in mente? Ecco tutti quelli scelti da noi - Pagina 10 di 11

Qual è il primo portiere italiano anni ’90 che vi viene in mente? Ecco tutti quelli scelti da noi

8 Dicembre 2021

Marco SAVORANI

Gli inizi in terza serie con le maglie di Lodigiani e Carrarese prima dell’approdo al Barletta nel promosso in Serie B. Non è il titolare dei pugliesi ma attira le attenzioni del Como. Con i lariani resta tre stagioni con un percorso a ritroso dalla serie A alla serie C. Il successivo passaggio al Pescara allenato da Galeone lo riporta in auge centrando la promozione in A. Resterà altre quattro stagioni in Abruzzo chiudendo la carriera nel Gualdo in terza serie.

Alessio SCARPI

Dopo anni di riserva al Cagliari si imporrà nella Reggina nel campionato 1995-96, e resterà in Calabria fino al 1997, tornando poi in Sardegna con i galloni di titolari. Entra di diritto nella nostalgia il 29 novembre 1998, quando salvò la vita al proprio compagno di squadra, Gianluca Grassadonia che perse conoscenza dopo uno scontro di gioco. Il suo gesto gli valse un voto 10 nelle pagelle della Gazzetta dello Sport, perché quello fu il salvataggio più importante della sua vita.

Matteo SERENI

Tecnica, istinto, posizione, carattere. Sembra segnato già ad inizio carriera il futuro dell’estremo difensore scuola Sampdoria che, dopo un buon biennio in Serie A speso tra Piacenza ed Empoli sembra esplodere come nuovo asse portante delle speranze doriane, ridotte amaramente a disputare i campi della Serie B dopo i fasti dell’era Mantovani. Il ragazzo è talmente forte che l’Ipswich Town lo porta in Inghilterra per disputare una buona Premier League affacciatosi anche in Coppa UEFA. La retrocessione dei Trattors lo riporta in Italia con la maglia del Brescia. Bene anche in Lombardia tanto da passare nella Lazio senza però trovare in riva al Tevere i galloni di estremo titolare. La rivitalizzazione arriva nl Torino prima di chiudere un’onesta carriera nel Brescia con la testa rivolta purtroppo a vicende ben più importanti di quelle calcistiche.

Stefano SORRENTINO

Che sia un figlio d’arte conta praticamente nulla. Che sia stato uno tra i più forti portieri italiani a non aver mai giocato in un grande club, almeno in Italia conta invece molto di più. Estremo difensore tecnicamente tra i meglio forniti, dopo le giovanili spese tra Lazio e Juventus passa nel Toro prima, nella Juve Stabia poi senza lasciare traccia. È invece con il Varese che si mette in mostra, potendo così rientrare dalla porta principale in granata. La vittoria del campionato di B, macchiata dal successivo fallimento del Torino lo spinge in Grecia nelle file dell’AEK. Le buone prestazioni con i gialloneri in Champions ed il successivo approdo al Recreativo Huelva nella Liga è il segnale che la vista dei grandi club è concentrata su altri e magari più esotici nomi. Il rientro in Italia è nel Chievo Verona non più dei miracoli ma, allora delle certezze, nel quale mette a segno un buon quinquennio in serie A per approdare poi nel Palermo senza lasciare grande traccia per chiudere con un buon triennio ancora nel Chievo Verona.

Giorgio STERCHELE

Super Gino da Schio, provincia di Vicenza, lui profeta in patria. Quasi trecento saranno le gare disputare con il Vicenza Calcio, di cui ovviamente è una delle bandiere. Gli inizi di carriera in biancorosso per altro attireranno gli interessi della Roma dove però non riuscirà ad imporsi. I successivi passaggi nel Cagliari, e nella Ternana con Perugia vissuta nel ruolo di spettatore non pagante, prodromi di un rientro a casa dove ritroverà continuità, smalto di un tempo ed una seconda parte di carriera da protagonista.

Stefano TACCONI

Audace in campo, con le sue proverbiali uscite, e ancor di più fuori, con dichiarazioni spesso pungenti. Tacconi approdato in bianconero nel 1983 per raccogliere la delicata eredità di Dino Zoff dopo la sua esperienza all’Avellino, imponendosi subito come uno dei migliori numero 1 del nostro calcio e vincendo nel 1985 la prima Coppa dei Campioni bianconera. Nel 1992 i rapporti con Trapattoni si incrinarono, con Peruzzi che divenne titolare, portandolo a vestire negli ultimi due anni di carriera la maglia del Genoa.