Qual è il primo portiere italiano anni ’90 che vi viene in mente? Ecco tutti quelli scelti da noi
8 Dicembre 2021
Alessandro NISTA

Carriera strana. Gli esordi spesi tra il ruolo di comprimario nel Sorrento prima, nel Pisa poi, sua società di origine prima di esplodere proprio tra le fila dei toscani per un’unica, quanto irripetibile stagione nella massima serie. Il rientro tra i ranghi, un passaggio incolore nel Leeds United prima di trovare l’amore calcistico in riva all’Adriatico disputando quattro stagioni da protagonista, di cui una in massima serie nelle file dell’Ancona. Un’ultima annata senza presenze tra le file doriche passaggio obbligato per il rientro a pieno titolo nel ruolo di secondo con le maglie di Parma e Torino.
Giulio NUCIARI

La sua costante presenza all’interno degli album calciatori Panini in qualità di eterno secondo di Gianluca Pagliuca lo ha quasi fatto assurgere al ruolo di prezzemolino. Tuttavia, Giulio è stato uno dei migliori portieri della sua generazione, difendendo anche la porta del Milan nella prima metà degli anni ’80 prima di arrivare alla Sampdoria e di vivere in prima persona l’epopea di Boskov che ha portato i Blucerchiati sulla vetta d’Italia e a sfiorare il clamoroso successo in Coppa dei Campioni.
Paolo ORLANDONI

Una seconda vita calcistica spesa come secondo nell’Inter. Ragazzo del vivaio, gitano non per vocazione, in costante regime di prestito, veste in serie le casacche di Mantova, Leffe, Casarano, Pro Sesto, Ancona, Foggia, Acireale, per approdare in Serie A con la Reggina. I successivi anni li spende senza particolare enfasi tra Bologna, Lazio e Piacenza prima del rientro a casa nello storico ruolo di comprimario di lusso.
Fernando ORSI

La crescita di un club si evince anche dalla panchina. Lunga e di qualità ma soprattutto, almeno nel ruolo di secondo portiere, silenziosa e laboriosa. La descrizione che più si avvicina alla storia calcistica di Nando, romano e cresciuto nella Roma ma bandiera di una Lazio in crescita e dalle forti aspettative, vissute all’ombra, in panchina, senza mai far storie per un portiere per altro di qualità. Le stagioni da protagonista in campo invece vissute tra Siena, Parma e soprattutto Arezzo prima appunto dell’approdo in biancoceleste dove sarà lo storico secondo per quasi un decennio.
Gianluca PAGLIUCA

Il Gatto di Casalecchio è probabilmente uno dei migliori estremi difensori della sua generazione, diventando subito un perno nella Genova Blucerchiata, dove sarà l’inamovibile portiere dello storico scudetto del 1991 e della clamorosa cavalcata in Coppa dei Campioni del 1992, conclusasi in finale con una sconfitta ai supplementari. Dopo i fasti di Genova sposerà l’ambiziosa causa dell’Inter di Moratti, conquistando anche la Coppa UEFA del 1998, passando al Bologna nell’estate del 1999. Inoltre non va dimenticato come guidi la classifica dei portieri para-rigori in Serie A, con un record di trentuno parate su novanta opposizioni provate. Nella nostalgia c’è inoltre il suo iconico bacio al palo durante la finale dei Mondiali del 1994 che lo salvò da una clamorosa topica.
Angelo PAGOTTO

Sembrava un predestinato, la maglia da titolare della Sampdoria e dell’Under 21, il rifiuto alla Juve, il passaggio al Milan. Un fuoco di paglia ed un rammarico per ciò che poteva essere, e che invece non lo è stato. L’approdo nelle giovanili del Napoli ed una stagione da protagonista nella Pistoiese gli spalancano le porte della serie A sponda blucerchiata. Il successivo passaggio con i rossoneri ed una vorticosa serie di eventi negativi ne mineranno la carriera sportiva spesa tra Empoli, Perugia, Reggiana, Triestina e Arezzo. Concluderà tra Torino, Grosseto e Crotone. Una carriera devastante ma al contrario con la macchia di una condanna per uso di sostanze proibite che gli costerà due anni di squalifica ed il rammarico per quelle qualità viste ad inizio carriera e mai realmente espresse.

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