Qual è il primo portiere italiano anni ’90 che vi viene in mente? Ecco tutti quelli scelti da noi
8 Dicembre 2021
Luca PASTINE

Categoria vasta quanto l’inferno quella delle promesse non mantenute. Carrarino, dopo un breve passaggio nelle giovanili granata la maglia da titolare, nel Massa. La stoffa c’è meno forse la fortuna perché nel prosieguo di carriera non riuscirà mai ad imporsi. Bene in C nelle file della casertana, niente di più che sparute presenze negli anni successivi tra Torino e Genoa. Gli ultimi anni spesi tra Lodigiani e Olbia prima di chiudere la carriera a casa nella Carrarese.
Angelo PERUZZI

Che lo si chiami Cinghialone o Tyson non fa differenza, Peruzzi ha segnato una generazione di portieri, soprattutto nelle uscite basse. Dopo gli anni con la Roma diventa una leggenda della Juventus, dove sarà il grande eroe dell’ultima Champions League della Vecchia Signora, parando ben due calci di rigore a Davids e Silooy. Passerà all’Inter nel 1999, ma dopo una stagione abbraccerà la causa della Lazio, dove con le sue ottime prove strapperà la convocazione per il vittorioso Mondiale vinto in Germania nel 2006.
Davide PINATO

Una vita al servizio del titolare di turno. Eterno secondo di Ferron, Davide Pinato ha abbinato il suo nome indissolubilmente ai ricordi dei tifosi dell’Atalanta che, dopo oltre cinque anni alle spalle dell’estremo difensore di Bollate, ha saputo varcare la soglia della titolarità, costringendo in panchina Davide Micillo e contemporaneamente segnando il record d’imbattibilità con la maglia orobica – 757 minuti – che gli vale tuttora il primato. Era la stagione 1996-97 e mentre la porta veniva chiusa a doppia mandata dall’ex di Milan e Monza, in avanti un giovanissimo Filippo Inzaghi si laureava clamorosamente cannoniere principe della Serie A. Un’annata indimenticabile quella vissuta all’Atleti Azzurri d’Italia che lo ha ricompensato di anni ed anni di sacrifici in allenamento che, puntualmente, lo vedevano sedersi in panchina accanto all’allenatore di turno. Tuttavia, Davide può vantare anche diverse coppe, conquistate nel suo anno al Milan alle spalle di Giovanni Galli durante la stagione 1988-89: una Supercoppa italiana e una Coppa dei Campioni conquistata al Camp Nou contro la Steaua Bucarest. Dopo il suo exploit è tornato nelle retrovie, rimanendo a Bergamo sino al 2002, all’età di trentotto anni, prima di chiudere da terzo portiere nella Sampdoria.
Michelangelo RAMPULLA

Le esperienze nel Pattese, Varese e Cesena gli varranno l’approdo nella Cremonese nell’estate del 1985. Durante la sua ultima stagione a Cremona, 1991-92, entrerà nella storia del calcio italiano il 23 febbraio 1992 quando a Bergamo siglerà la prima rete su azione di un portiere in Serie A, incornando un cross su calcio di punizione del Marziano Alviero Chiorri. Chiuderà la carriera con nove stagioni da secondo portiere alla Juventus, con cui alzerà al cielo la Champions League del 1996.
Marco ROCCATI

Una buona stagione nell’Empoli che gli condizionerà, in negativo la carriera. L’ottima stagione 1997-98 vissuta da protagonista in Toscana è l’occasione giusta per il passaggio nel Bologna. Tra i felsinei però non giocherà mai, passando di prestito in prestito tra Perugia e Pistoiese prima di accasarsi in Scozia, sponda Dundee FC. L’immediato rientro in Italia è vissuto da comprimario della pedata, spendendo gli ultimi anni di carriera tra Napoli, Fiorentina, Ancona e nelle serie minori tra Ivrea, Gallipoli e Canavese.
Sebastiano ROSSI

L’Ascensore Umano è nell’immaginario collettivo per i successi rossoneri nell’epopea Capello, diventando uno dei portieri più affidabili del nostro calcio, senza però mai riuscire a debuttare in nazionale. Entrato nella leggenda del calcio italiano il 27 Febbraio 1994 quando Kolyvanov fermò a 929 minuti il record di imbattibilità iniziato il 19 dicembre 1993 contro il Cagliari. Eroe di Atene nel 1994, quando il Diavolo demolì l’arrogante Barcellona con uno storico 4-0. Sarà anche in campo l’11 maggio 2001, quando il Milan vinse il derby con uno storico 0-6.

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