Privacy Policy Quali sono i 20 giocatori più forti nati nel 1968?

Quali sono i 20 giocatori più forti nati nel 1968?

7 Settembre 2021

Che ci fosse qualcosa di particolare nell’aria in quel 1968 lo si apprese immediatamente. In quello che è passato sui libri di storia come un vero e proprio movimento di contestazione che attraversò il mondo intero, il Sessantotto (tutto a lettere) portò un’onda di rinnovamento, rivoluzionaria, travolgente. Il Maggio Francese, la Primavera di Praga e la Rivoluzione Culturale Cinese. Sono solo alcuni degli avvenimenti che sconvolsero dinamiche globali che, fino a quel momento, apparivano granitiche, eterne e quasi dogmatiche.

Inevitabile, quasi, che da quella generazione non germogliassero talenti che, nel corso degli anni, avrebbero illuminato migliaia di palcoscenici d’erba rasata sparsi sul globo, ad ogni latitudine. Ha reso immortale questa gran verità anche Francesco De Gregori con La leva calcistica del ’68. E chi siamo noi, dunque, per non seguire le indicazioni del Maestro?Ecco dunque quella che, secondo noi, è la classifica dei migliori calciatori nati nel 1968.

Vogliamo dedicare questa particolare graduatoria a Franco Mancini, indimenticato portiere del Foggia di Zeman, anch’egli nato in quell’anno, ma che è stato prematuramente strappato alla vita terrena. Sebbene il suo mito resti circoscritto al nostro paese, nei nostri cuori è sempre lì fra i pali, pronto ad avventurarsi fuori dalla sua area come solo lui sapeva fare.

20. Paolo DI CANIO

Paolo Di Canio: il laziale con l'accento cockney tra le leggende del West  Ham | Il Primato Nazionale

L’Inghilterra è la sua vera seconda patria. È lì che il talento e la lucida follia di Paolo Di Canio sono riusciti ad amplificarsi in modo tale da renderlo uno dei calciatori stranieri più amati nella storia della Premier League, in particolar modo dai tifosi del West Ham United. Di Canio ha dovuto attendere la sua esperienza britannica per consacrarsi come si conviene al suo talento. In Italia ha dovuto faticare per trovare un posto da titolare inamovibile. Dopo l’esplosione con la maglia della “sua” Lazio, viene acquistato dalla Juventus di Maifredi, ma la presenza di tanti campioni ne limita parzialmente l’impiego. Dopo tre anni, vive la sua prima stagione da gran mattatore in quel di Napoli: è storica la sua serpentina che mette a sedere mezza difesa dell’imperforabile Milan per battere Sebastiano Rossi e consegnare ai partenopei un’inattesa ed incredibile qualificazione in Coppa UEFA. Dopo un biennio senza luci, ma con uno Scudetto, al Milan, nel 1996-97 va al Celtic. Ed è lì, forse, che si vede il vero Paolo, capace di gesti clamorosi, pittoreschi, contestati, meravigliosi.

19. Mario BASLER

Bayern Monaco, Mario Basler si lamenta: 'Si teme il mio nome e quello di  Matthäus' - calciomercatonews.com

Siamo quasi certi che, ripensando alla sua rete nella finalissima di Champions League, non sovverranno dolci pensieri a Mario. Purtroppo per lui e per i tifosi del Bayern, l’occasione coincide proprio con l’incredibile rimonta del Camp Nou da parte del Manchester United. Un cattivo ricordo che, però, non cancella quanto di buono messo in mostra in anni di carriera
dal tosto centrocampista teutonico con il vizio del gol. La sua è una crescita continua e costante che lo porta a vestire le maglie di Rot-Weiss Essen, poi Hertha Berlino e Werder Brema (con cui si laurea addirittura capocannoniere), prima di indossare i colori del Bayern Monaco, con cui si aggiudica due Bundesliga. Dopo il triennio all’Olympiastadion, Basler finisce la carriera nel Kaiserslautern.

18. Diego FUSER

Diego Fuser: "Giocare al fianco di Signori è stata la mia fortuna" - Gli  Eroi del Calcio

Impossibile fermarlo. Ci hanno provato in molti, ma cercare di frenare il moto perpetuo di Diego Fuser è stato un proposito tra i suoi avversari che, spesso e volentieri, è rimasto tale. Debutta precocissimo in Serie A: ha appena compiuto diciotto anni quando Radice lo butta nella mischia. E i Granata si accorgono di avere un piccolo campione fra le loro mani. Difatti,
dopo la clamorosa retrocessione in B del 1989, convince il Milan di Sacchi a dargli una chance. E sebbene sia spesso costretto a partire dalla panchina, riesce comunque a ritagliarsi un ruolo. Un anno alla Fiorentina per far vedere di che pasta è fatto e nel 1992 accetta la corte della Lazio. Diventa, così, uno dei simboli della squadra capitolina: segna e fa segnare,
corre e ripiega. Fuser è un calciatore così completo che per sei stagioni nessuno riesce a toglierlo dall’undici titolare. Passa poi a Parma, con cui vince una Coppa Italia e una Coppa UEFA, prima di tornare sulla sponda giallorossa del Tevere e salutare il calcio dei grandi con il granata nuovamente addosso.

17. Paul MERSON

Paul Merson: dall'Arsenal all'alcolismo fino all'incidente quasi mortale

Merson è un cockney con la “C” maiuscola ed è fiero di esserlo. Classe cristallina e spiccata attitudine al gol, Paul è stato uno dei simboli per eccellenza dell’Arsenal degli anni ’80 e ’90, accompagnando i Gunners nel loro percorso di crescita che ha consentito al club d’imporsi prepotentemente come pretendente al titolo anche negli anni successivi. Dopo oltre quattrocento partite con il cannone sul petto ed una mole di quasi cento gol che hanno prodotto – fra gli altri – due titoli nazionali, una Coppa d’Inghilterra e una Coppa delle Coppe, Merson ha iniziato il suo giro evangelico extra-londinese per realizzare i sogni di chi gli aveva dato fiducia: passa, dunque, al Middlesbrough, poi all’Aston Villa ed infine al Portsmouth, sodalizio con cui termina la carriera agonistica, salvo divertirsi la domenica nelle leghe inferiori quando le primavere hanno ampiamente superato il quaranta.

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