Privacy Policy Quando era impossibile giocare a calcio senza i baffi: tra tutti questi chi ha il baffo più memorabile? - Pagina 3 di 10

Quando era impossibile giocare a calcio senza i baffi: tra tutti questi chi ha il baffo più memorabile?

3 Dicembre 2021

Luciano FAVERO

Per avere un’idea di quale fosse l’approccio alla marcatura di Luciano Favero, basterebbe chiedere una recensione a Ruud Gullit: solo lividi. E non c’è da sorprendersi, guardando bene negli occhi del difensore veneto. Arriva alla Vecchia Signora nel 1984 per sostituire Claudio Gentile dopo essersi messo in luce con l’Avellino e, anche grazie alla sua affidabilità, conquista uno Scudetto, una Coppa dei Campioni, una Supercoppa UEFA e una Coppa Intercontinentale coi Bianconeri, prima di concludere con il Verona di Osvaldo Bagnoli la sua carriera tra i professionisti.

Silvano FONTOLAN

Cresce con i colori del Como addosso e, dopo una stagione all’Inter nel 1978-79, s’impone con i Lariani ad alti livelli. È il 1983 quando Osvaldo Bagnoli lo chiama al Verona per sostituire Emidio Oddi, ceduto alla Roma neocampione d’Italia. Con gli Scaligeri il difensore centrale – fratello maggiore di Davide – compie l’impresa che porta i Gialloblù in cima al campionato nel 1984-85. La sua carriera termina nel 1988-89 a trentaquattro anni con la casacca dell’Ascoli.

Dino GALPAROLI

Grazie alla sua velocità, il terzino ebbe in Nils Liedholm uno dei suoi più grandi estimatori. Non certo l’ultimo arrivato. Dopo essersi messo in luce con il Brescia ed aver bagnato l’esordio in Serie A nella stagione 1980-81, nell’ottobre dell’anno successivo si unisce all’Udinese ed inizia lì una storia d’amore che dura ben nove stagioni. Dino è uno dei monumenti della difesa anche durante l’era di Zico ed il legame è così forte, tanto da seguire il club anche dopo la sua retrocessione in Serie B.

JUNIOR Leovegildo Lins Gama

Il suo arrivo in Italia si materializza nel 1984, dando ancor più lustro alla Serie A nell’anno in cui, probabilmente, si registra la più grande concentrazione di campioni nel nostro campionato. Il brasiliano ricoprirebbe il ruolo di terzino con la Seleção, ma la sua tecnica è così sopra la media che Radice lo impiega nel ruolo di regista arretrato con il suo Torino. Grazie a lui, i Granata giungono alle spalle del Verona scudettato e lascia traumaticamente il Comunale nel 1987 – a causa di incomprensioni proprio con il tecnico – per sposare la causa del Pescara dove vive due stagioni da eroe, fino alla retrocessione in Serie B del 1989.

Jürgen KOHLER

Forgiato nell’acciaio, com’è tradizione teutonica, il difensore tedesco approda alla Juventus nel 1990 su indicazione di Giovanni Trapattoni che ha l’obbligo di “rimettere in ordine” la retroguardia bianconera dopo l’allegra annata griffata Luigi Maifredi. Il Campione del Mondo con la Germania Ovest, che in patria si è guadagnato il nomignolo di Eisenfuss (Piede di Ferro) per la sua tecnica piuttosto carente, migliora esponenzialmente il suo rendimento dopo l’arrivo in Italia, distinguendosi come uno dei difensori più forti di sempre nella storia del suo Paese. Lascia la Juventus dopo lo Scudetto conquistato con Marcello Lippi.

Giorgio MAGNOCAVALLO

Ad un attaccante bastava incrociare il suo sguardo per convincersi immediatamente di cambiare strada e cercare il varco altrove per concludere a rete. Il difensore centrale cresce nell’Inter ma deve affrontare una lunga gavetta per debuttare finalmente in Serie A. È il 1984 e Giorgio è una delle colonne della retroguardia dell’Atalanta che è ritornata in Serie A dopo essere addirittura precipitata in terza serie. L’anno successivo lo vuole Giorgio Chinaglia nella sua Lazio e nella Capitale centra la salvezza nel campionato del -9. Conclude poi la sua carriera tra i professionisti con Barletta, SPAL e Formia.

Aldo MALDERA

Difficile ritrovare un terzino completo come Maldera. Non avesse avuto davanti a sé un monumento come Antonio Cabrini, probabilmente Aldo si sarebbe anche laureato Campione del Mondo nel 1982. Tuttavia, il compianto difensore esterno si è tolto enormi soddisfazioni, risultando determinante nel Milan per la conquista dello Scudetto della Stella nel 1978-79, poi con la casacca della Roma per un nuovo, storico tricolore. Cavallo è uno dei favoriti di Nils Liedholm e proprio con il Barone, Aldo conquista i suoi due successi nel massimo campionato italiano.