Privacy Policy Quando era impossibile giocare a calcio senza i baffi: tra tutti questi chi ha il baffo più memorabile? - Pagina 4 di 10

Quando era impossibile giocare a calcio senza i baffi: tra tutti questi chi ha il baffo più memorabile?

3 Dicembre 2021

Michele NAPPI

Sebbene abbia legato quasi interamente il suo nome al Perugia, società di cui ha vestito i colori ininterrottamente dal 1974 al 1985, il terzino destro campano si è concesso proficuo biennio (dal 1982 al 1984) lontano dallo stadio Renato Curi per dare il suo ampio contributo alla causa della Roma di Liedholm. Mai innesto fu più azzeccato. Sebbene non avesse i galloni da titolare, Nappi si è sempre rivelato un prezioso sostituto, disputando addirittura da titolare la finalissima di Coppa dei Campioni allo stadio Olimpico contro il Liverpool.

Emidio ODDI

Prosegue la rassegna baffuta a chiare tinte giallorosse. Stavolta è il turno del difensore marchigiano, capace di far ampiamente breccia nei cuori dei tifosi della Roma. Gioca nel ruolo di terzino e approda nella Capitale dopo gli ottimi tornei disputati con il sorprendente Verona di Osvaldo Bagnoli. Freschi di Scudetto, i Giallorossi fanno spesso affidamento su di lui, impiegandolo con continuità in Italia così come in Europa. Resta allo stadio Olimpico fino al 1989, prima di accettare l’offerta dell’Udinese, dove conclude la carriera tre anni dopo.

Massimo STORGATO

Lo stopper cresce nella Juventus e, dopo averlo mandato all’Atalanta, torna in bianconero per vincere lo Scudetto 1980-81. È un rincalzo nelle gerarchie di Trapattoni, per questo – dopo un altro prestito al Cesena – viene ceduto prima al Verona e poi alla Lazio. Dopo la retrocessione dei capitolini in Serie B, nel 1985 passa all’Udinese dove resta per quattro anni, eccezion fatta per il torneo 1987-88 quando disputa l’ultimo torneo dell’Avellino in Serie A.

Michel VAN DE KORPUT

L’olandese è il primo straniero che veste la maglia del Torino dopo la riapertura delle frontiere nel 1980. L’ex Feyenoord non si adatta immediatamente ai ritmi del calcio italiano, ma con l’andar del tempo il suo posto nella retroguardia granata è sempre assicurato. Versatile in ogni ruolo, Michel lascia il Comunale dopo tre campionati per far ritorno proprio al Feyenoord dove, nel frattempo, è arrivato un certo Johan Cruijff.

Salvatore VULLO

Il difensore siciliano approda in Serie A sul finire degli anni ’70: è il Torino che lo preleva dal Palermo. Il suo nome è finito negli almanacchi per aver realizzato la rete che ha interrotto la serie di trentasette partite senza sconfitte del Perugia. Dopo il biennio in granata, Vullo ha vestito le maglie di Bologna e Sampdoria, prima di stabilirsi ad Avellino. Allo stadio Partenio, Vullo viene impiegato con una certa regolarità e in cinquantuno partite, riesce a trovare per tre volte la via del gol. Per dire basta al calcio giocato, fa ritorno nella sua Sicilia per disputare il suo ultimo anno da professionista in Serie B con il Catania.

Desmond WALKER

Un difensore coi baffi. Ma solo nel look. E nulla più. Dell’avventura italiana di Des Walker con la maglia della Sampdoria si ricorda questo e nulla più, viste le grandi aspettative ampiamente non ripagate dall’inglese in maglia blucerchiata. Acquistato nel 1992 per affiancare Vierchowod al centro della difesa, l’ex Nottingham Forest fu forse la più grande delusione del primo campionato post-Vialli. Il tecnico Eriksson si accorge come il cattivo rapporto dei sudditi di Elisabetta II con il campionato italiano sia una regola difficile da infrangere e, dopo un solo anno, viene rimandato oltremanica allo Sheffield Wednesday.

CENTROCAMPISTI

Sergeij ALEJNIKOV

Giunto alla corte della Vecchia Signora per dare nuove energie al centrocampo della Juventus, dopo un solo anno il bielorusso lascia corte bianconera con il soprannome di Alentikov, ad esplicitare drammaticamente quale sia stato il suo apporto alla causa di mister Zoff. Viene impiegato in diverse parti del campo, ma il risultato non cambia: le dinamiche del calcio italiano sono più che indigeste per l’ex della Dinamo Minsk che, infatti, dopo il Mondiale viene ceduto al Lecce senza tanti ripensamenti.