Privacy Policy Quando il calcio cambia colore: una selezione di scarpini tra i più iconici della storia

Quando il calcio cambia colore: una selezione di scarpini tra i più iconici della storia

7 Gennaio 2022

Erano, e forse sono ancora, una sorta di armatura. Le noccioline di Super Pippo, la cabina telefonica di Super Man. Nell’immaginario collettivo degli appassionati di calcio, grandi o piccoli, bastava indossare gli scarpini visti ai piedi di un giocatore per essere esattamente come lui. Calzature iconiche, che hanno segnato gare ed eventi alla stessa stregua di un gol o di un pallone. Calzature che vanno celebrate, oggi, in occasione del compleanno di Marco Simone, tra i più noti nel settore per aver “sconvolto” il settore con le sue scarpine bianche. Non pretendiamo di averle menzionate tutte, siamo piuttosto sicuri di aver scelto quelle che più di altre sono nell’immaginario collettivo di molti. Ovviamente, segnalateci quelle che a vostro dire mancano. Come ormai sapete, le nostre selezioni sono in perenne aggiornamento, anche e soprattutto grazie a voi lettori.

ADIDAS “COPA MUNDIAL

Un grande classico, intramontabile. Nero, tre strisce bianche, questo scarpino ha accompagnato le gesta di tantissimi campioni. Volete qualche nome? Possiamo certamente cominciare da Rummenigge, e se non vi basta proseguire con Beckenbauer e chiudere con Michel Platini. Definire storiche queste scarpette è addirittura riduttivo.

DIADORA BIANCHE

Testimonial decisamente d’eccezione quello scelto da Diadora per dare il via a quella che di fatto è stata una nuova era. Fino al 1980 era quasi impensabile anche solo vedere un colore differente dal nero ai piedi dei calciatori. E invece al San Paolo di Napoli è apparso il bianco sugli scarpini di Roberto Filippi, onesto centrocampista dei partenopei il quale, forse senza neanche immaginarlo, è stato precursore di una nuova era.

DIADORA “BRASIL”

Appositamente pensata per i Mondiali americani, indossata da Roberto Baggio, Dino Baggio e Giuseppe Signori. Uno scarpino tutto azzurro, certamente bello esteticamente ma che tuttavia non si lega alle grandi partite della nostra nazionale in quel mondiale, quando la scaramanzia spesso la fa da padrone.

Occhio, che nella prossima pagina si fa la Storia!

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