Quando la Premier League era un’esperienza da fine carriera
4 Marzo 2020
MARCO MATERAZZI (EVERTON)
Walter Smith, neotecnico dei Toffees dopo l’estate del 1998 scelse un giovane italiano proveniente dalla serie cadetta per dare un erede al croato Bilic al centro della difesa. Sulla riva blu del fiume Mersey, Marco si ambienta molto facilmente ai ritmi e alla fisicità del calcio di Sua Maestà. Il posto da titolare accanto a Dave Watson è suo, tanto da mettere insieme 25 presenze condite dalla rete realizzata al Middlesbrough nel trionfo per 5-0 di Goodison Park e dalle quattro espulsioni collezionate durante il campionato. La stagione, però, non va per il meglio e dopo la trentottesima giornata l’Everton conclude il torneo a sole sette lunghezze dalla zona retrocessione. Tuttavia, l’aria di Perugia gli manca e, dopo un solo anno, Gaucci sborsa otto miliardi di lire per riportare a casa uno dei giocatori di maggior prospettiva dell’intero panorama italiano.
VINCENZO MONTELLA (FULHAM)
Certo, l’Aeroplanino aveva vissuto tempi migliori e Spalletti, ormai, lo aveva relegato di più ai margini del suo progetto-Roma, ma quando Vincenzo giunse al Fulham gli bastò poco tempo per ambientarsi e dimostrare di non aver perso il vizio del gol: in fondo, 137 reti in Serie A non si segnano per caso. Dieci giorni per assimilare gli schemi di mister Coleman ed in FA Cup una sua doppietta lancia l’incredibile rimonta da 1-3 a 4-3 dei Cottagers contro il Leicester City. Neanche 72 ore dopo ed ecco il primo gol in Premier League contro il Tottenham. Riesce a guadagnarsi per tre volte nell’arco di dieci match una maglia da titolare, andando a segno ancora una volta, a fine campionato contro il Blackburn Rovers, in una sfida decisiva nella corsa per la salvezza. Un atterraggio con qualche rollio di troppo, ma ancora una volta l’Aeroplanino ha portato ha termine la sua missione.
MICHELE PADOVANO (CRYSTAL PALACE)
Passare dalle stelle alle stalle. Purtroppo, è in questo nudo cliché che può racchiudersi l’esperienza oltremanica di Michele Padovano. Dopo aver alzato la Champions League da protagonista con la maglia della Juventus nel 1996, al termine del 1997 l’attaccante piemontese è già avviato lungo il viale del tramonto, con un pesante infortunio al ginocchio che ne ha bloccato l’ascesa proprio quando gli anni di gavetta stavano finalmente fruttando. Campione d’Europa in carica e coi galloni di prima scelta nello scacchiere di Lippi, anche il commissario tecnico della Nazionale, Cesare Maldini, aveva deciso di farlo esordire in azzurro a Napoli nel 3-0 contro la Moldova valido per le qualificazioni a Francia ’98, subentrando a Vieri. Durante un allenamento a Chorzow con l’Italia, scivola dopo aver tirato un calcio di rigore, procurandosi uno strappo dal quale non riuscirà più ad uscire. Non c’è spazio per lui in maglia bianconera dopo l’arrivo di Inzaghi ed il recupero lento convince i dirigenti a cederlo al Crystal Palace per 1,7 milioni di sterline durante la sessione del mercato autunnale. Arriva a Selhurst Park dove ritrova il suo ex compagno di squadra Attilio Lombardo, ma gli schemi del campionato inglese ed una forma fisica non propriamente ottimale ne minano il rendimento. Scenderà in campo per dieci volte, segnando in un’unica occasione durante la trasferta di Leicester. La sua avventura sarà così poco redditizia da valergli il ventottesimo posto nella “speciale” classifica dei cinquanta peggiori acquisti nella storia della Premier League.
CHRISTIAN PANUCCI (CHELSEA)
Dopo aver vinto l’impossibile con le maglie di Milan e Real Madrid, Panucci si presentò ai nastri di partenza della stagione 2000-01 forte della fiducia di Gianluca Vialli, allenatore del Chelsea, che lo volle fortemente con sé, nonostante un’annata fra alti e bassi vissuta sulla sponda nerazzurra di Milano agli ordini di Marcello Lippi. Difatti, tutte le sue presenze in Premier si concentrano pressoché esclusivamente durante la permanenza dell’ex attaccante della Sampdoria alla guida dei Blues. Non si vivevano bei momenti in quello spogliatoio diviso quasi in una faida fra gruppi che sostenevano Gianluca e chi, Deschamps, Petrescu e Zola su tutti, ne chiedevano l’allontanamento. Fu così che dopo la quinta giornata si concretizzò l’esonero che diede il la all’arrivo di Ranieri. Con l’arrivo del tecnico romano, Panucci fu costretto a cedere il suo posto da titolare a Mario Melchiot e maturarono, quasi immediatamente, i presupposti per terminare anzitempo l’esperienza in Inghilterra. A gennaio, la chiamata del Monaco pose fine al rapporto fra i due. E vissero felici e contenti.
ALESSANDRO PISTONE (NEWCASTLE UNITED – EVERTON)
In Italia lo ricordiamo come riserva di Roberto Carlos all’Inter nel Campionato 1995-96. Il tecnico interista, l’inglese Roy Hodgson, ne apprezzava le qualità tattiche tanto da avallare la cessione del fuoriclasse brasiliano in estate. I gradi di titolare passano quindi al nostro Alessandro. Le cose però vanno male per i nerazzurri nel 1996-97 e il Newcastle United di Shearer lo acquista per ben tredici miliardi a fine stagione. Fatta eccezione per una parentesi comunque gloriosa con il Venezia di Recoba nel 1999, Pistone rimarrà in Premier League per dieci anni. Tre stagioni con i bianconeri del Tyneside e poi sette stagioni con il più modesto Everton, dove nei primi anni 2000 sarà padrone della fascia sinistra.
FABRIZIO RAVANELLI (MIDDLESBROUGH)
Centravanti della Nazionale e della Juventus campione d’Europa, per diciotto miliardi si trasforma da Penna Bianca a Silver Fox passando così da uno dei principali club del mondo a una società della provincia inglese. La frustrazione per sentirsi scaricato dalla dirigenza bianconera acuisce il suo senso del gol: mentre noi ce ne stiamo in vacanza, in un caldo sabato 17 agosto 1996, Ravanelli si rende protagonista di quello che ancora oggi la stampa inglese considera il miglior debutto in Premier League: al nuovo Riverside Stadium il Liverpool si porta in vantaggio per tre volte ed ogni volta Ravanelli pareggia i conti, facendo impazzire i suoi nuovi tifosi con la tipica esultanza con la maglia sopra la faccia. Le immagini della sua impresa finiscono addirittura nei telegiornali nostrani, fino ad allora totalmente estranei alle vicende dei campionati esteri. L’intesa con il minuto brasiliano Juninho Paulista è da sogno e lo score di Fabrizio recita a fine stagione 48 presenze e 31 gol tra coppe e campionato. Ai traguardi individuali, però, non seguono i successi di squadra; nonostante due finali di coppa (FA Cup e Coppa di Lega), il Boro retrocede a fine anno. E Silver Fox, che in First Division si sente una volpe in gabbia, a ottobre del 1997 vola verso Marsiglia, prima di ritornare in Premier League per vestire il bianconero del Derby County dal 2001 fino al gennaio 2003. Con la maglia dei Rams sono sedici gol in 53 partite, ma la favola di Silver Fox è finita a Middlesbrough dove i ragazzini, nei campi di calcio, ancora oggi festeggiano i gol ancora con la maglia sulla faccia.
Grigoris Georgatos nella classifica dei 20 terzini più prolifici di sempre
6. ROBERTO CARLOS DA SILVA Pensavate che Roberto Carlos fosse il primo della classifica? Invece vi sbagliavate. Il super campione brasiliano con 132 gol in carriera, ha vinto tutto quello che si potesse vincere a livello di club e nazionale. La sua miglior stagione in termini di realizzazioni risale al 2000/2001 con la maglia del […]
Le rose dell’Europeo Under 21 2002: il pianto dell’Italia e l’insuperabile Cech
Tutte le rose dell’Europeo Under 21 2002, vinto dalla Repubblica Ceca di Baros e Cech. Quanti campioni e quanti talenti perduti.
Riscriviamo la storia del trofeo mai vinto da Diego
5. Emilio BUTRAGUEÑO (Spagna) È un rapinatore dell’area di rigore. E non a caso gli affibbiano il soprannome di El Buitre (l’Avvoltoio) per la sua capacità di fiondarsi sul pallone e trasformarlo in gol. Vive praticamente tutta la sua carriera con la maglia del Real Madrid, eccezion fatta per il triennio finale in Messico con […]
Halloween nel calcio: l‘enciclopedia delle notti horror dagli anni ‘80 ad oggi!
NAPOLI – LAZIO 5-0 (20 settembre 2015) È il racconto di un dominio o di un tracollo, fate voi. Il Napoli inizia ad ammirare i primi vagiti della gestione-Sarri che, dopo la sua avventura all’Empoli, è arrivato alla guida dei partenopei con grandi aspettative. Il bel gioco messo in mostra in Toscana trova la sua […]