Quando Paolo Rossi riuscì a mettere tutti in fila: ecco la classifica del Pallone d’Oro 1982
9 Dicembre 2021
3. Zbigniew BONIEK

Zibì ottiene cinquantatrè punti. Nel 1982 è appena passato dal Widzew Łódź alla Juventus, vero colpaccio per la Signora, l’asso polacco, soprannominato Bello di Notte dall’Avvocato Agnelli grazie alle sue spesso grandi serate di coppa, ha ben figurato nel nostro campionato, sia con i bianconeri che con la Roma. Protagonista al mondiale spagnolo, assente per squalifica nella semifinale contro l’Italia.
2. Alain GIRESSE

Bordeaux, principalmente, ma anche Marsiglia nella carriera di Giresse. Con i Girondins, dove gioca nel 1982, vince due scudetti, una Coppa di Francia e una Supercoppa. Centrocampista di talento, è stato protagonista nella superba e splendente nazionale transalpina di quegli anni, che ha culminato la sua gloria con la vittoria del campionato europeo del 1984. Secondo in classifica nel Pallone d’Oro 1982 con sessantaquattro punti.
Paolo ROSSI

I punti sono stati 115. Qualcosa di molto simile ad un plebiscito. Nella nostra storia sportiva, ma anche sociale e culturale, nell’immaginario collettivo nessuno mai come Pablito, l’Araba Fenice che risorge dalle proprie ceneri. La convocazione dopo la squalifica, Bearzot che lo porta contro tutto e contro tutti al Mondiale del 1982. Igrandi sanno farsi attendere e sanno quando tornare a colpire. Tre reti al Brasile, due alla Polonia, una alla Germania: ecco Pablito Rossi, uno che sa cosa vuol dire far gol: lo testimoniano le nove reti messe a segno tra i Mondiali del 1978 e del 1982. Molto più di un semplice centravanti, molto più di una semplice, si fa per dire, vittoria di un mondiale. Paolo è stato gioia e rivoluzione. Nessuno come lui.
Basta leggere la lista per comprendere la grandezza di Pablito, patrimonio di un intero Paese e di un intero popolo, che forse non ha mai avuto nella sua storia sportiva qualcuno della grandezza umana di Paolo e dell’intera nazionale del 1982. La commozione che ha suscitato l’annuncio della morte di Rossi ha avuto pochi eguali: di fatto è stata la fine di un’epoca, di un sogno che continua, estate dopo estate, a tornare alla mente e a regalare brividi di gioia. La vittoria di tutti, la vittoria di Bearzot che ci ha creduto e la vittoria di Pablito, simbolo di un calcio che non morirà mai.
di Yari Riccardi

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