Quando Roberto Baggio mandò l’Inter in Champions League
23 Maggio 2020
La grandezza di Roberto Baggio, come uomo e come giocatore, ha lasciato il segno in ogni piazza che ha accolto il Divin Codino tra le sue braccia. Con il suo talento, la sua classe ed il suo carisma, il giocatore più amato degli ultimi trenta anni ha conquistato tutti, ma proprio tutti.
Anche nella sua esperienza all’Inter, forse la più difficile e ricca di ostacoli della sua carriera, Baggio non ha mancato di deliziare i tifosi nerazzurri con lampi di genio e giocate decisive. Una partita, in particolare, resterà per sempre indelebile nel cuore dei tifosi interisti e, più in generale, nella memoria di tutti gli amanti del gioco del calcio.
23 maggio 2000: al Bentegodi di Verona, Inter e Parma si giocano con uno spareggio secco il quarto posto in campionato, che garantisce l’ultimo accesso ai preliminari di Champions League dell’anno successivo.
Sono le ore 20:30 di quella calda sera primaverile. Il mister dei nerazzurri, Marcello Lippi, al termine di una stagione altalenante e priva di particolari spunti, non gode più della piena fiducia societaria e dei tifosi e sa di giocarsi molto, anzi tutto. Prima della partita fuma in maniera nervosa, più del solito. Ronaldo è infortunato e guarda il match dalla tribuna. In assenza del Fenomeno brasiliano, l’allenatore toscano si affida al tandem Vieri-Baggio. Proprio quest’ultimo, nonostante un rapporto controverso e talvolta burrascoso con il mister, è chiamato a togliere le castagne dal fuoco a staff tecnico e dirigenza. Già, perché una nuova mancata qualificazione nell’Europa che conta, rappresenterebbe per i colori nerazzurri un vero e proprio disastro sportivo.
L’ostacolo da superare per la qualificazione è il Parma di mister Alberto Malesani, una delle realtà più solide del campionato, soprattutto grazie alla impenetrabile retroguardia guidata da Buffon, Thuram e Cannavaro. Davanti, invece, lo spauracchio porta il nome di Hernan Crespo, affiancato dall’imprevedibile Marcio Amoroso.
Da quella partita sarebbero dipesi i futuri progetti sportivi e investimenti dei due club. Una vera e propria finale, con due squadre agguerrite e pronte a giocarsi tutto.
I nerazzurri, però, sono stanchi e scarichi, provati da un finale di stagione convulso e faticoso. Il Parma infatti parte meglio e Crespo si fa pericoloso dalle parti di Peruzzi, ma Blanc e Cordoba fanno buona guardia. Al 30’ di gioco Bobo Vieri, miglior marcatore stagionale dei nerazzurri, è costretto ad abbandonare il campo in seguito ad un duro scontro con Buffon. Entra Zamorano, ma la verve dei nerazzurri, privi adesso della coppia d’attacco titolare cala ulteriormente.
I ducali di Malesani continuano ad attaccare senza sosta, colpiscono un palo con Dino Baggio e la retroguardia nerazzurra comincia a palesare segni di sofferenza in seguito al forcing parmense. Improvvisamente, però, la svolta. Il francese Cauet, sfruttando un’azione di contropiede, si procura una punizione dal limite destro dell’area gialloblù negli ultimi minuti della prima frazione. Sul pallone si presenta Baggio. La posizione è notevolmente defilata e tutti si attendono un cross. Non a caso salgono Simic, Blanc e Cordoba dalle retrovie per tentare la conclusione a rete di testa. Il numero 10 nerazzurro guarda in area, confondendo Buffon, ma ha già deciso di tentare l’impossibile. Con un destro magico, Baggio aggira la barriera e sorprende il portiere emiliano sul suo palo, con una parabola da cineteca, una clamorosa prodezza balistica.
Perfino Buffon è incredulo, la magia del Codino nazionale, arrivata nel momento più difficile per la sua squadra, ha lasciato tutti senza parole. Inter in vantaggio e si va negli spogliatoi.
Al rientro in campo, la situazione non sembra però mutata: il Parma sta meglio e gioca meglio. A metà ripresa, l’assedio ducale porta i suoi frutti: su angolo di Breda, il neo entrato Mario Stanic stacca imperiosamente e trafigge Peruzzi per l’1-1 che pare invertire totalmente la direzione della gara.
Da questo momento la partita diventa bellissima. Con le squadre stanche ed allungate le occasioni si susseguono, ma è di nuovo Roberto Baggio a salire in cattedra. Un lancio senza troppe pretese della difesa nerazzurra trova la testa di Ivan Zamorano che confeziona una sapiente sponda per l’accorrente Roby: sinistro al volo e Buffon di nuovo battuto. Lippi si stropiccia gli occhi, ripensando forse a qualche esclusione di troppo del 10 nel corso della stagione, ed esulta come un ragazzino. Mancano cinque minuti e l’Inter è di nuovo avanti.
Per il Parma è stato il colpo del K.O. Baggio lascia spazio a Fresi e il Bentegodi gli riserva una standing ovation. Negli ultimi istanti di gioco Zamorano suggella con freddezza la vittoria nerazzurra, siglando il terzo gol. L’Inter si qualifica alla Champions League 2000-01.
Baggio saluta così Milano, che forse non lo ha mai capito fino in fondo, regalando a Lippi la riconferma e al popolo nerazzurro una soffertissima qualificazione. Nel bilancio di una carriera magnifica e sontuosa come quella del Divin Codino, non si può dimenticare la notte del Bentegodi. Perché in quella notte c’è tutto Baggio: più forte delle critiche, dei rumors mediatici, degli ostacoli e semplicemente… più forte di tutti gli altri. Si rifugerà a Brescia, dove comincerà un’altra bellissima favola, l’ultima della sua vita professionale. Ma questa è un’altra storia.
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