Raffaele Di Fusco e tutti i secondi portieri che hanno segnato un’epoca
6 Ottobre 2021
Mario IELPO
Nato e cresciuto nella Lazio, è in coppia con Astudillo Malgioglio nella stagione nella serie B del 1985-86 con la maglia biancoceleste. L’anno successivo il nostro bravo Mario si trova insieme a Terraneo, che è il titolare. Il portiere si rinnova a Cagliari, dove gioca dal 1987 al 1993 mettendo insieme 205 presenze con la maglia rossoblù, partendo dalla C1 e risalendo fino alla serie A, insieme a Festa, Firicano e Cappioli. Nella massima serie del 1990-91 c’è Ranieri sulla panchina dei sardi, ci sono Francescoli e Fonseca, e Ielpo si conferma portiere dal rendimento ottimo, sicuro e affidabile: l’ultima annata sull’isola è quella 1992-93, quella dell’eccezionale sesto posto in campionato e della qualificazione alla Coppa UEFA, in un Cagliari che vede Mazzone in panchina, Bisoli e Moriero, Pancaro e Pusceddu, Matteoli capitano e tutti gli altri, noti e meno noti. La grande occasione per Mario ha i colori rossoneri del Milan e una data, quella del 1993, quando Ielpo diventa portiere del Milan. Resta fino al 1996, gioca molto poco perché davanti ha un Sebastiano Rossi al top della carriera, vince scudetti e coppe nazionali e internazionali. L’ultima tappa della sua carriera è il Genoa in serie cadetta: qui trova Nicola e Delli Carri, Ruotolo e Torrente, Nappi e Bortolazzi e conferma quello che ha sempre dimostrato in carriera: sicurezza e affidabilità, doti che non sono mai venute meno, neanche nell’esperienza al Milan purtroppo non corroborata da una continuità che avrebbe meritato.
Cristiano LUPATELLI
Esordire in un derby non è da tutti. Figuriamoci in uno sentito – eufemismo – come quello di Roma. Forse avrebbe avuto maggior fortuna se un grave infortunio non ne avesse pregiudicato l’avvenire durante la sua esperienza nel Chievo dei Miracoli. Ma con i se e con i ma, non si va granché lontani. Il suo numero dieci, nonostante difenda la porta dei clivensi, rimane una delle scelte più bizzarre ed iconiche – così come il suo look – nella Serie A dei primi anni duemila. Tuttavia, Cristiano ha avuto l’opportunità di far vedere, pur parzialmente, quanto valesse fra i pali. D’altronde, viene scelto da Fabio Capello come vice di Antonioli nonostante sia retrocesso in Serie C1 con la Fidelis Andria, la squadra che lo ha fatto conoscere al grande calcio. In giallorosso partecipa alla vittoria dello Scudetto del 2001, finché arriva la grande opportunità con i Mussi Volanti ma quando si sta per concludere la seconda stagione al Marc’Antonio Bentegodi, la Dea Bendata gli volta le spalle. Ed inizia un lungo calvario dal quale, purtroppo, non riuscirà più a riprendersi completamente. Se si eccettua il 2004-05, annata durante la quale difende per trenta volte la porta della Fiorentina appena ritornata in Serie A, Lupatelli non vedrà più la maglia di titolare sino al termine della carriera. Lo si vedrà scendere in campo anche con Parma, Palermo, Cagliari, Bologna e Genoa, ma al termine del suo lungo giro d’Italia fa ritorno nella Viola, con la quale conclude la carriera nel 2015 a trentasette anni.
Astutillo MALGIOGLIO
In Serie A esordisce con il Bologna, entrando al posto di Franco Mancini. È questo l’inizio della carriera del celeberrimo Astutillo Malgioglio, in giro per l’Italia fino al 1992. Riserva di tanti grandi portieri italiani e un cuore grande così, impegnato nel mondo della disabilità: così può riassumersi la storia dell’estremo difensore piacentino. Dopo l’esordio in rossoblù, Malgioglio diventa il titolare del Brescia, allora in Serie B e promosso in Serie A anche grazie al contributo di Astutillo, che gioca finalmente da “primo” una intera stagione nella massima serie: è il 1980-81. Finita l’esperienza con le Rondinelle, Malgioglio passa prima alla Pistoiese e poi nel 1983 alla Roma, quella scudettata dell’epoca. Qui diventa la riserva di Franco Tancredi e gioca di fatto soltanto la Coppa Italia del 1984-85. E Astutillo invece vuole essere protagonista. Per questo sceglie la Lazio per tornare titolare, scelta densa di significati ma piuttosto complessa. Problemi con i tifosi all’interno di una contestazione più ampia a squadra e società minano il rapporto tra il portiere e la Lazio. Ma la carriera di Malgioglio non si ferma: diventa il vice di Zenga all’Inter su chiamata diretta del Trap. In nerazzurro resta fino al 1991, quando viene chiamato da una squadra con gli stessi colori, che lo sceglie come secondo di uno dei portieri più abili e altrettanto sottovalutati dell’epoca, Fabrizio Ferron. Con l’Inter vince lo scudetto del 1988-89 e la Coppa UEFA del 1990-91.
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