Riscriviamo la storia del trofeo mai vinto da Diego
30 Ottobre 2022
25. JULIO CESAR Silva (Brasile)

È forse una delle sorprese più inaspettate della spedizione carioca. Il centrale difensivo veste al meglio i panni del classico stopper e la sua prestanza fisica gli consente di farsi rispettare anche dal punto di vista fisico. Dopo gli esordi fra i professionisti con la maglia del Guaranì, sono i francesi del Brest ad aggiudicarsi l’affollata corsa al suo cartellino e pronti a fregarsi le mani per aver riunito nella propria difesa uno dei selezionati del FIFA Best XI e un campione del Mondo come José Luis Brown. La sua carriera proseguirà in Europa, approdando alla Juventus nel 1990 e rimanendovi per quattro anni, quando verrà poi ceduto al Borussia Dortmund.
24. Rinat DASAEV (Unione Sovietica)

È da tutti considerato l’erede di Lev Jascin ed effettivamente non si può dar torto a chi, in lui, rivede le gesta dell’unico portiere in grado di aggiudicarsi il Pallone d’Oro. È una colonna inamovibile della nazionale sovietica ed una costante presenza nella classifica stilata da France Football: nel 1982 vince il premio di miglior calciatore assoluto dell’URSS, mentre sono cinque i titoli di portiere dell’anno. Non avesse incassato quella rete meravigliosa da van Basten due anni dopo durante Euro ’88 nella finale dell’Olympiastadion avremmo davvero pensato che Cortina di Ferro era insuperabile.
23. Morten OLSEN (Danimarca)

È una vera rarità, all’epoca, vedere un difensore così tecnicamente dotato. E invece nella Danimarca delle meraviglie che lascia a bocca aperta il mondo intero si fa notare un ragazzo di trentasette anni che gioca con la leggerezza di un ventenne. È lui il capitano della Danske Dynamite e dell’Anderlecht che domina in Belgio e in Europa si aggiudica la Coppa UEFA 1982-83. È l’elemento più esperto a disposizione di mister Sepp Piontek e tutto il mondo si accorge, in colpevole ritardo, della sua classe cristallina.
22. Søren LERBY (Danimarca)

È uno degli elementi più vincenti e con esperienza internazionale dei ventidue danesi che si presentano ai nastri di partenza del Mondiale messicano. Per otto anni è stato una colonna dell’Ajax con cui ha vinto cinque titoli nazionali. Poi, nel 1983 lo sceglie il Bayern Monaco per colmare il vuoto lasciato sulla fascia sinistra di centrocampo da Paul Breitner e non tradisce le attese. Un ottimo Europeo e un eccellente Mondiale lo consacrano definitivamente e, così, dopo la kermesse iridata passa al Monaco, prima di chiudere al PSV Eindhoven dove si aggiudicherà anche la Coppa dei Campioni nel 1988.
21. Jan CEULEMANS (Belgio)

Ancor più della Danimarca, lascia senza parole il Mondiale del Belgio che mette in mostra tutta la sua generazione di talenti, molti dei quali pressoché al debutto nelle competizioni internazionali: basti pensare a Stephane Demol e Vincenzo Scifo. Ma per ogni nuova generazione, c’è un punto di riferimento e quello dei Diavoli Rossi è senz’altro Jan Ceulemans, ventinovenne attaccante del Club Bruges. Ha ventinove anni e guida con estro, carattere e talento la sua nidiata di giovani promesse con la concretezza dell’attaccante navigato. Il capitano segna tre reti ai Mondiali, di cui due di gran peso contro Unione Sovietica agli ottavi di finale e contro la Spagna nei quarti.

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