Riscriviamo la storia del trofeo mai vinto da Diego
30 Ottobre 2022
10. Preben ELKJÆR LARSEN (Danimarca)

Entra nella storia della nazionale danese per aver segnato il primo gol ufficiale della sua nazionale in un Mondiale. Non poteva che essere lui, la punta del Verona che ha vinto lo Scudetto nella stagione 1984-85. Dopo aver compiuto il miracolo sportivo con i gialloblù, si ripete anche con la Danimarca che lascia senza parole gli osservatori. Preben fa addirittura di meglio e li ammutolisce nel 6-1 con cui la Danske Dynamite fa fede al proprio nome e abbatte l’Uruguay: la punta degli scaligeri, infatti, realizza una tripletta. Seppur la sua nazionale venga eliminata con un sonoro 5-1 dalla Spagna, resta comunque una delle più memorabili ed entusiasmanti esperienze nella storia del calcio danese.
9. Manuel AMOROS (Francia)

Nonostante sia giovane, il difensore del Monaco è una pedina inamovibile nello scacchiere della nazionale francese ormai dal Mondiale del 1982. Nel Principato è il luogotenente delle fasce, destra o sinistra che siano, e le sue corse a perdifiato diventano il suo marchio di fabbrica. In Francia sarà celebrato come uno dei giocatori più longevi e vincenti della sua generazione, riuscendo anche ad alzare al cielo una Champions League con la maglia dell’Olympique Marsiglia nel 1993.
8. Enzo FRANCESCOLI (Uruguay)

Impossibile non rimanere incantati dalle sue movenze, eleganti e flessuose, magnificate da una tecnica sopraffina di rara fattura. Nella prima parte del 1986 fa leccare i baffi ai tifosi del River Plate e dopo il Mondiale che rivede protagonista l’Uruguay dopo dodici anni dall’ultima partecipazione decide di lasciare i Millonarios per accasarsi in Francia, al Racing Paris. Tuttavia, le sue magie al Monumental di Buenos Aires non si limitavano al solo esercizio di tecnica, ma anche alla realizzazione di reti. E quante: in casacca biancorossa, infatti, Francescoli realizzò ben 68 reti in 113 partite.
7. Jorge Luis BURRUCHAGA (Argentina)

Il gol decisivo nella finale val bene la sua presenza nella Top 10. Seppur non avesse il profilo del campione, il Burru è stato una delle colonne dell’Independiente che arrivò a dominare la stagione 1984 con il titolo in Copa Libertadores prima ed in Coppa Intercontinentale poi. Dal 1985 gioca in Francia tra le file del Nantes, dove si destreggia sia nel ruolo di centrocampista che di attaccante, alla bisogna. La sua corsa verso la porta difesa da Harald Schumacher, innescato da Maradona, nei concitati minuti conclusivi della pazza finale tra la Germania Ovest e l’Argentina, rimarrà nella storia: il suo diagonale consegna la Coppa del Mondo all’Albiceleste e il suo nome alla gloria eterna.
6. Antonio CARECA de Oliveira Filho (Brasile)

Tecnica, potenza e velocità. Cosa chiedere di più a un attaccante? È questo il profilo di Antonio Careca, centravanti che si fa strada a suon di reti nel campionato brasiliano. È il secondo miglior marcatore nella storia del Guaranì e quando finisce il 1986 è l’attaccante-principe del San Paolo. Conquista la maglia della Seleção sin da giovanissimo e nel Mondiale messicano segna ben cinque reti in altrettante partite, dimostrando di avere la stoffa per fare il salto di categoria e misurarsi con il calcio europeo. Quando arriva al Napoli alle sue spalle si ritrova Diego Armando Maradona e scrive le pagine più indimenticabili del sodalizio partenopeo, trascinandolo al successo in Coppa UEFA prima e nel campionato 1989-90. Lascerà l’Italia nel 1993.

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