Privacy Policy Robert Kovac (suo malgrado) è nella storia della Juventus - Pagina 2 di 2

Robert Kovac (suo malgrado) è nella storia della Juventus

5 Aprile 2022

I trionfi bavaresi

Robert in Baviera, dove arriva insieme al fratello, vince qualsiasi cosa c’è da vincere. Due campionati, due Coppe di Germania, una Coppa di Lega, con la Coppa Intercontinentale del 2001 come primo trofeo della sua bacheca personale. Ad attenderlo al centro della difesa bavarese c’è Kuffour, intorno la solita grande squadra, fatta di grandi giocatori e guidata per le prime tre stagioni da Ottmar Hitzfeld, l’ultima da Felix Magath. Kahn, Lizarazu, Sagnol, Jeremies, Scholl, Elber, Jancker, Santa Cruz, Claudio Pizarro, Ballack, Deisler, Fink, Tarnat, Zé Roberto, Makaay, Schweinsteiger e tanti altri i suoi compagni fino al 2005.

Nella storia della Juventus

Quarantatrè presenze in due stagioni tra coppe e campionato, tra il 2005 e il 2007. Numeri che dicono tutto sullo scarso impatto del calciatore croato nel mondo della Vecchia Signora. Arriva nella squadra dei Campioni d’Italia, Fabio Capello in panchina, Cannavaro, Chiellini. Del Piero, Nedved, Trezeguet, Vieira, Ibrahimovic, Camoranesi e Buffon in rosa. È l’anno di Calciopoli, è l’anno della retrocessione della Juventus. Kovac decide di restare anche in Serie B. E fa bene, perché è in questo modo che il suo nome entra negli annali della squadra bianconera. Tanti infortuni minano tutta la sua stagione, questo va detto. Ma è il 13 gennaio del 2007 che il destino si compie: è Robert infatti, con un autogol, a sancire la prima sconfitta della Juventus in Serie B, il tutto dopo quarantacinque gare di imbattibilità. Mantova 1 – Juventus 0, autogol di Kovac. Per questo sarà ricordato il buon Robert, per essere il primo calciatore della Juventus ad aver segnato un autogol in Serie B, in occasione della prima storica debacle della Signora tra i cadetti. Kovac gioca fino al 2010: dopo l’Italia, torna in Germania al Borussia Dortmund, per chiudere la carriera con la maglia della Dinamo Zagabria.

di Yari Riccardi