Privacy Policy Ronaldinho, Xavi, Pirlo: le rose di Sydney 2000 erano clamorose e nessuno riuscì a fermare il Camerun di Mboma - Pagina 3 di 4

Ronaldinho, Xavi, Pirlo: le rose di Sydney 2000 erano clamorose e nessuno riuscì a fermare il Camerun di Mboma

15 Novembre 2021

GRUPPO C

CAMERUN

Jean-Paul Akono era il commissario tecnico di un’autentica sorpresa, che riuscì a portare i suoi connazionali a un trionfo impronosticabile. La rosa era ben strutturata: il sedicenne Kameni difendeva la porta con sicurezza e a proteggerlo si posizionavano Abanda, Branco e capitan Geremi. Alnoudji spaziava a centrocampo come raccordo, mentre sulle fasce correvano gli instancabili Lauren e Womé. L’attacco era ben assortito, con il giovane Eto’o a svariare e l’esperto Mboma, all’epoca neoacquisto del Parma ceduto dal Cagliari, ad agire come perno e riferimento offensivo. L’oro olimpico fu una cavalcata indimenticabile: rodaggio con vittoria sofferta sul Kuwait, pareggio contro USA e Repubblica Ceca, per garantirsi il passaggio alla fase a eliminazione diretta. Ai quarti arriva la conferma di una squadra con intenzioni serissime: il Brasile è avversario temibile, ma il Camerun passa in vantaggio con Mboma e Ronaldinho impatta al 94’; gli africani non si scoraggiano e nei supplementari Mbami regala la semifinale ai suoi. I Leoni Indomabili passano anche contro il Cile, grazie a Mboma e Lauren dagli undici metri a ribaltare l’autorete di Abanda: a sette minuti dal novantesimo erano sotto, ma sono riusciti a spuntarla. La finalissima per l’oro li ha visti resuscitare dal 2-0 sotto contro la Spagna, con Eto’o a ristabilire la parità. Dal dischetto i camerunensi sono perfetti e Wome, con un sinistro al sette, spiazza Aranzubia e consegna la gioia più grande a un intero Paese dell’Africa occidentale, con una sola medaglia a Sydney 2000. Ma quelle collane dorate che Blatter mette al collo dei calciatori del Camerun hanno un peso specifico enorme.

Rosa: 1 Bekono, 2 Zé Meyong, 3 Wome, 4 Mimpo, 5 Abanda, 6 Beaud, 7 Alnoudji, 8 Geremi, 9 Eto’o, 10 Mboma, 11 Ngom Kome, 12 Lauren, 13 Nguimbat, 14 Suffo, 15 Epalle, 16 M’Bami, 17 Branco, 18 Kameni. Allenatore: Jean-Paul Akono

KUWAIT

Photo: Darren England – Allsport

Il serbo Avramovic aveva scelto di convocare tutti e tre i fuori quota possibili, ma la rosa da lui gestita non era solidissima: la selezione mediorientale era formata esclusivamente da calciatori militanti in patria, non esattamente un campionato competitivo. Il percorso kuwaitiano si infrangerà alla fase a gironi, con una vittoria importante sulla Repubblica Ceca e due sconfitte. Usciti sì, ma con onore.

Rosa: 1 Kankone, 2 Al-Omran, 3 Mubarak, 4 Najem, 5 Husan, 6 Al-Humaidan, 7 Al-Anezi, 8 Al-Othman, 9 Abdullah, 10 Laheeb, 11 Saihan, 12 Al-Tayyar, 13 Salman, 14 Al-Mutairi, 15 Al-Beraiky, 16 Zayed, 17 Al-Kandari, 18 Al-Khaldi. Allenatore: Radojko Avramovic

REPUBBLICA CECA

Photo: Mark Dadswell – Allsport

La Nazionale Under-23 mitteleuropea gestita da Brückner è stata probabilmente la delusione della competizione: due pareggi contro Stati Uniti e Camerun, sconfitta dal Kuwait e ultimo posto nel girone. Eppure davanti ai guanti di Drobny c’erano Radoslav Kovac e Ujfalusi, sulla fascia sinistra Jankulovski, in mezzo al campo Sionko e capitan Tyce, dietro a Milan Baros – rimasto a secco – rifiniva Heinz. Eppure la trasferta australiana dei cechi fu poco felice.

Rosa: 1 Chvalovksy, 2 Dosek, 3 Petrous, 4 Kovac, 5 Lengyel, 6 Tyce, 7 Sionko, 8 Ujfalusi, 9 Jankulovski, 10 Kucera, 11 Baros, 12 Polak, 13 Brabec, 14 Dosek, 15 Vozabal, 16 Simak, 17 Heinz, 18 Drobny. Allenatore: Karel Brückner

STATI UNITI

L’undici americano schierato dal commissario tecnico inglese Clive Charles, che di lì a tre anni sarebbe stato stroncato da un carcinoma, aveva delle buone potenzialità, espresse appieno fino alla medaglia di legno. Pari con Repubblica Ceca e Camerun, vittoria di carattere contro i kuwaitiani, quindi passaggio in semifinale grazie ai rigori ai danni del Giappone. A quel punto due sconfitte consecutive contro Spagna e Cile, per tornare negli USA senza metalli da esibire, ma certi di non aver sfigurato. La selezione a stelle e strisce aveva individualità di tutto rispetto: Friedel o Howard tra i pali, Albright a contenere, Vagenas e Ben Olsen a offrire la loro tecnica alla manovra, la classe dell’icona Landon Donovan, diciotto anni e mezzo, già leader carismatico della squadra. Un quarto posto dolceamaro, aldilà delle aspettative della vigilia.

Rosa: 1 Friedel, 2 Dunseth, 3 McCarty, 4 Agoos, 5 O’Brien, 6 Hejduk, 7 Di Giamarino, 8 Califf, 9 Olsen, 10 Vagenas, 11 Albright, 12 Corrales, 13 Donovan, 14 Victorine, 15 Whitfield, 16 Wolff, 17 Casey, 18 Howard. Allenatore: Clive Charles

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