Salernitana – Inter (2-0) 1998 – 1999
11 Aprile 2020
Esistono favole, che malgrado non abbiano avuto un lieto fine, meritano di essere raccontate per quanto esse dimostrino sempre che a volte i Davide battono i Golia anche nella vita vera: questa è la storia di come la Salernitana, nel 1999, riuscì a battere l’Inter di Ronaldo e Baggio (non in campo quel giorno) sfiorando una clamorosa permanenza in Serie A.
A Salerno, nell’estate del 1998, si respirava aria di giubilo: dopo cinquant’anni i granata erano tornati nella massima serie e per strada l’entusiasmo era alle stelle – sentimento perdurato per tutta la stagione, come dimostrano i trentaduemila spettatori di media a partita – e la società aveva regalato una grande squadra per il ritorno nel grande calcio: ben quindici nuovi acquisti, tra i quali nomi importanti: Ametrano dalla Juventus, Di Michele, i giovanissimi Vannucchi, Marco Rossi e Gennaro Gattuso (salito alle cronache due anni prima per essere scappato da Perugia per firmare coi Rangers) ma soprattutto Rigobert Song, rivelazione camerunense del mondiale francese (un idillio durato pochissimi mesi); nella sessione invernale arriverà anche Fresi dall’Inter. A guidare l’attacco la conferma del giovanissimo Marco Di Vaio, trascinatore dei campani in Serie B con ben ventuno reti e autentico gioiello dei granata.
Malgrado le grandissime aspettative, la stagione salernitana comincia decisamente storta: nelle prime sei giornate la formazione guidata da Delio Rossi conquista un solo punto (alla quarta giornata contro l’Empoli), tuttavia la prima vittoria è di assoluto prestigio contro la Lazio, che sarà costantemente in corsa per il titolo. Ma la stagione granata, malgrado la vittoria romana, non trova continuità e nel gennaio del 1999 Aliberti, presidente dei campani, decide di cambiare la guida tecnica della squadra cedendo il timone a Francesco Oddo. Il cambio non fu apprezzato dalla piazza e così dopo solo ventiquattro ore ci fu il ritorno in panchina di Rossi.
Il doppio ravvicinato avvicendamento porta immediatamente quattro punti nella classifica granata, tre dei quali ai danni della Roma, ma un lunghissimo filone di sconfitte porta al definitivo cambio in panchina tra Rossi e Oddo, dopo che la Salernitana è uscita sconfitta dallo scontro diretto col Perugia.
A sette giornate dalla fine, con quattro squadre che andranno in Serie B – a differenza delle attuali tre – e una compagine già condannata (l’Empoli), la lotta per la salvezza è incandescente e nel momento in cui la Salernitana sembra spacciata con due impegni ravvicinati contro Inter e Juventus, i granata troveranno la fiducia necessaria per lottare per la salvezza.
La partita, quella con la “P” maiuscola, quella che fa sognare una città intera, facendo intravedere la luce, è quella che si è disputata l’11 aprile 1999 quando all’Arechi di Salerno sbarca l’Inter.
I nerazzurri, malgrado una rosa di campioni straordinari, non sta vivendo una stagione entusiasmante, complici diversi avvicendamenti in panchina (saranno quattro i tecnici che si alterneranno in panchina), e sono distanti dalle ambizioni europee, ad appena dodici mesi di distanza dal trionfo in Coppa UEFA.
Oddo, per la prima volta alla guida della Salernitana in casa (il suo esordio in panchina era avvenuto a Venezia, pareggiando), sceglie di affidarsi ad un reparto avanzato dinamico con Di Michele e Giampaolo a sostegno di Di Vaio; a sostenere l’attacco, i polmoni e i muscoli di Gattuso, Tedesco e Bernardini, mentre a guidare la difesa c’è l’ex Fresi. Nei nerazzurri, che in stagione hanno vinto una sola volta lontano da San Siro, c’è l’attacco formato da Ronaldo e Zamorano.
Il clima è rovente e lo scarso periodo di forma dei nerazzurri caricano il popolo campano che comprende fin da subito la possibilità del colpaccio. Ed infatti, dopo pochi minuti, una potente punizione di Giampaolo dà l’illusione del gol, ma all’ottavo minuto l’Arechi esplode per davvero: Gattuso recupera palla e dopo una serpentina cede palla a Tedesco, il quale lancia Di Michele in campo aperto; la giovane punta entra in area e batte Frey sul secondo palo e si regala la seconda gioia in campionato.
L’Inter, dal canto suo si vede poco: si registra un colpo di testa di Zamorano sopra la traversa, ma a essere evidente è la difficoltà di Ronaldo ad avere la meglio sul giovane Gattuso, che non molla di un centimetro l’asso brasiliano. È ancora la Salernitana, più volitiva, a sfiorare la rete in due circostanze distinte: la prima con una cannonata di Del Grosso che sibila affianco al palo; la seconda, e più evidente, con Di Vaio, che ruba il pallone a Simic appena fuori area e dopo una breve avanzata sfiora il palo con una bella conclusione a giro.
La ripresa inizia esattamente com’era finito il primo tempo, ossia con Di Vaio che sfiora la rete: Tedesco calibra un perfetto cross per la punta romana, che di testa alza di un non nulla la palla sulla traversa. Sempre Di Vaio, servito in profondità da Giampaolo, non trova la rete calciando a lato.
L’Inter è in totale balia dell’avversario e solo la fortuna la salva dal raddoppio: Gattuso, su un corner respinto, si avventa sul pallone e trova la rete con un destro deviato; mentre lo stadio esulta il guardalinee annulla il gol perché la decisiva deviazione è di Vannucchi, in netto fuorigioco.
Tuttavia i nerazzurri non si riprendono e nel finale soccombono. Questa volta, nell’attacco campano, si invertono i ruoli: Di Vaio lancia Giampaolo nel profondo e la punta, con estrema lucidità, fulmina Frey con un rasoterra che passa tra le sue gambe. Il gol vede la prima, inutile, reazione d’orgoglio nerazzurro con Zamorano che si fa espellere per proteste. Al novantacinquesimo Ronaldo, dopo una gara da spettatore, offre una meravigliosa giocata con una veronica al limite dell’area e una conclusione ben parata da Balli.
Il finale di stagione, malgrado la vittoria conquistata anche sulla Juventus, nel pieno di un campionato difficoltoso come i nerazzurri, non sorriderà ai salernitani. Nell’ultima giornata i campani hanno bisogno di vincere e sperare che il Milan (costretto a vincere per diventare campione d’Italia) batta il Perugia. I rossoneri, grazie a una prodezza di Abbiati nel finale, hanno la meglio sugli umbri, tuttavia la Salernitana non va oltre il pari a Piacenza, salutando la massima serie.
Nonostante il mancato lieto fine, quella vittoria all’Arechi resta una delle più grandi giornate del calcio salernitano, un calcio che spera di tornare presto nelle alte vette del nostro campionato.
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