ON Originals: tutte le t-shirt dedicate alle squadre di provincia del calcio italiano

7°) Vicenza 1997-98

Chi pensava di assistere al completamento della trilogia dell’Armata Brancaleone guardando all’avventura del Vicenza in Coppa delle Coppe sarà rimasto fortemente deluso. Anche perché, dando un’occhiata alla macchina perfetta messa a punto da mister Guidolin, c’è da rimanerne estasiati. Nel nostro immaginario, i biancorossi trovano la quadra perfetta nel 3-5-2 in cui le fasce sono presidiate da Schenardi ed Ambrosetti che, durante la sua esperienza al Romeo Menti, rischia quasi di offuscare la stella di Overmars. Quanto fosforo c’è in mezzo al campo, grazie all’apporto di capitan Di Carlo, Ambrosini e Viviani. Lì davanti, invece, c’è da prendere sì appunti per scrivere un nuovo capitolo nella saga della Strana Coppia: basta guardare all’eleganza felina di Zauli ed all’irriverenza strabordante del Toro di Sora, al secolo Pasquale Luiso. Contro Sangiuseppese o Chelsea, Luiso non fa differenza: la manda sempre in fondo al sacco.

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8°) Brescia 2000-01

Va beh, dai. Baggio e Hubner in avanti. Cosa mai vorrete di più dalla vita? Ci aggiungiamo un Mazzone in panchina. Non vi basta? E allora anche i gemelli Filippini a sfrecciare per il campo! Vogliamo esagerare? Bonera, Calori e Petruzzi lì dietro, ma davanti al grande e compianto Srnicek. Le Rondinelle non hanno mai volato così in alto, trascinate verso le più alte sfere dal Divin Codino che, in materia “celestiale” è un esperto, tanto da portarsi questa particolare attitudine nel soprannome che l’accompagna per tutta la carriera. Un velo di malinconia, però, forse c’è: è l’ultima stagione di Tatanka al Rigamonti. Il passaggio di consegne da Dario a Roby avviene gradualmente durante la stagione: Baggio emoziona, ma Hubner è sempre Hubner. Cioè, Baggio e Hubner. E Pirlo anche in riserva. Alla bisogna. Ma di che stiamo parlando?

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9°) Reggina 2006-07

Todos caballeros, avrà esclamato il sindaco di Reggio Calabria al termine della cavalcata – inevitabile chiamarla così – degli eroi in amaranto che hanno portato la Reggina a salvarsi al termine di un campionato iniziato con quindici punti di penalizzazione. Tutti i componenti della rosa vengono insigniti del titolo di cittadini onorari della città sulla sponda continentale dello Stretto. E c’è da dargli ragione al primo cittadino, visto che i ragazzi di Mazzarri sono stati in grado di compiere un’impresa in cui mai nessuno era riuscito prima. Se poi, per suggellare l’evento, viene invitato – e battuto – il Milan, tutto assume una dimensione epica. Nell’anno in cui Amoruso e Bianchi con trentasette reti complessive hanno giustificatamente insidiato le gesta di illustri predecessori come Vialli e Mancini o Vieri e Salas, tutto ciò non sarebbe stato possibile senza il lavoro oscuro – oltreché del tecnico livornese – degli altri nove titolari che giocavano alle loro spalle. E con Mesto e Modesto che si facevano burle del loro cognome, risultando raggianti ed inarrivabili in termini di soddisfazioni tecniche, tutto era ancor più semplice.

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