ON Originals: tutte le t-shirt dedicate alle squadre di provincia del calcio italiano
8 Maggio 2020
13°) Catania 2006-07
Ribolle d’entusiasmo la piazza rossoblù, come l’Etna che veglia, protegge e talvolta inquieta il capoluogo siciliano. Quasi in osmosi con il vulcano, simbolo della sua terra, il Catania di quell’anno si rende protagonista d’imprese sportive che fanno sussultare – e non poco – gli equilibri di un torneo che, fino all’anno prima, sembravano quasi cristallizzati nel tempo. Grazie alla filosofia post-zemaniana di mister Marino, l’armata degli Elefantini fa tremare anche le grandi, dimostrando come i suoi ragazzi non siano arrivati al massimo campionato per una semplice comparsata, ma vogliano recitare un ruolo da protagonisti. Anche se i suoi attori siano al debutto assoluto sul massimo palcoscenico del carrozzone della Serie A. E allora spazio ai calzoncini arrotolati sulla coscia di Re Giorgio Corona, capace di replicare anche fra i “grandi” le imprese che lo hanno reso sovrano indiscusso nelle serie minori; spazio al cappellino di Armando Pantanelli, finalmente in grado di cimentarsi da numero uno sui campi che ha visto per lungo tempo dalla panchina o dalla televisione; spazio anche ai “dentoni” di Mascara che traccia arcobaleni incredibili con le sue prodezze che fanno salire agli onori della cronaca il nome del ragazzo di Caltagirone. E Spinesi che segna come se non ci fosse un domani. E il peruviano Vargas che mette in mostra il suo sinistro tonante. Così come Baiocco che dimostra di non aver perso lo smalto di Perugia. Mizzica, quanto è bello questo Catania.
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14°) Cagliari 2004-05
No, non è un errore che vedete in piccolo il Cagliari, ci sono due versioni, una con Suazo e l’altra senza Suazo.
David è la storia del Cagliari è purtroppo nella stagione che abbiamo scelto noi, quella della rinascita del Cagliari giocò poco per via di infortunio, ma noi non ce la sentivamo di lasciarlo fuori e quindi abbiamo optato per un attacco virtuale a “Rombo”, un termine molto caro a tutti i cagliaritani.
Quindi quel Cagliari ci ha costretto a celebrarlo non con una, bensì con due magliette. La metamorfosi nel corso del campionato dei rossoblù di Arrigoni è stata tale da costringerci ad un fisiologico allargamento a tredici titolari. Tuttavia, cambia la forma, ma la sostanza è sempre la stessa: il Casteddu di quell’anno tocca vette così alte nell’immaginario dei tifosi – continentali e non – che sarà uno dei pochi a poter ambire all’offuscamento di quello di Riva. Quando in attacco c’è un monumento sportivo come Zola, è lecito dar fondo a tutte le ambizioni di un’intera isola. Fa quasi da chioccia, Magic Box, ad un manipolo di perfetti sconosciuti che, nel giro di brevissimo tempo, riusciranno a far breccia – oltreché nei cuori dei supporter – anche nelle difese avversarie con una facilità impressionante. Mauro Esposito da una parte e Antonio Arrogutottu Langella dall’altra sono le frecce più acuminate all’arco del tecnico rossoblù per innescare Zola e Suazo che, uscendo alla distanza, finalmente dimostra di che pasta sia fatto. E poi c’è Daniele Conti che dimostra quanto gli stia stretta quell’etichetto di figlio di Bruno che lo accompagna da sempre. Senza dimenticare gli alfieri di un reparto arretrato che si distingue per solidità e compattezza. E poi Zola segna di testa alla Juventus e noi abbiamo finito con le iperboli. Cosa dobbiamo dirvi di più per giustificare le due magliette di quell’anno?
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15°) Bologna 1997-98
Siamo certi che il Bologna proverà nuovi fremiti in futuro. Ma certo bisognerà impegnarsi molto per replicare quell’atmosfera elettrizzante che ha attraversato il capoluogo emiliano quando fu annunciato l’acquisto di Roberto Baggio. Con il Mondiale di Francia ’98 alle porte, il presidente Gazzoni Frascara si è reso fautore di un’operazione di mercato che ha riportato i rossoblù ad avere uno spazio preponderante negli equilibri della massima serie che, ormai, sembravano dimenticati sotto i cumuli della polvere del tempo quando Pascutti e Bulgarelli furono in grado di riportare in auge il soprannome dello Squadrone che tremare il mondo fa. Crogiolati dall’estro del Divin Codino, il Bologna diretto da mister Ulivieri acquista un peso specifico non indifferente, specie se si considera che dietro il numero dieci c’è una truppa che lavora instancabilmente per cullare il sogno dell’Europa. A partire dai frombolieri di fascia, Nervo e Paramatti, che arano come se non ci fosse un domani le fasce laterali. A centrocampo, tutta l’energia e l’esperienza di Fontolan e Marocchi, mentre Paganin, Torrisi e Mangone difendono la porta di Sterchele. In attacco i partner di Roby vengono da lontano: il dinamico Kolyvanov e la torre svedese, Kennet Andersson, conferiscono i necessari galloni di memorabilità ad una squadra che incanta ed appassiona anche chi non è cresciuto all’ombra della Torre degli Asinelli.
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16°) Padova 1994-95
È bastata una schitarrata di Alexi Lalas per cancellare le delusioni di USA ’94. D’un tratto, Padova diventa l’ombelico d’Italia: i veneti, infatti, tornano nel massimo campionato italiano portandovi l’essenza stessa del Mondiale appena concluso. Pizzetto yankee d’ordinanza, una passione innata per la musica folk e country, oltre ad un fare molto auanaghena davanti alle telecamere: è davvero lui il difensore che i biancoscudati hanno scelto per dare solidità al reparto arretrato? Le malelingue già pronosticano come l’acquisto dell’americano rappresenti il più classico degli abbagli estivi del mercato, e invece Alexi si fa apprezzare, eccome. Così come ha fatto durante la manifestazione iridata. Insieme a lui ci sono Cuicchi e Franceschetti a fargli da scudiero, mentre le fasce sono presidio di Balleri e Gabrieli. In mediana, oltre all’estro di Damiano Longhi, c’è tutto il fosforo oranje di Michel Kreek, proveniente dall’Ajax e la sostanza di Carmine Nunziata che cuce tra i reparti. Nel modulo di Sandreani, eroe della promozione, ecco il fido Maniero affiancato da un ragazzo croato: Goran Vlaovic. La sua stella nasce e cresce così velocemente da costringere alla panchina un pezzo grosso come Nanu Galderisi. Non certo l’ultimo arrivato.
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Ma non sono finite qui, come vi abbiamo anticipato la prossima sarà dedicata al Piacenza degli italiani e prossimamente ne arriveranno altre 5, per il momento vi possiamo svelare solo le iniziali:
– C
– P
– G
– T
– E
I più nostalgici apprezzeranno questi assist e siamo sicuri che tanti di voi indovineranno le prossime cinque…
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