Privacy Policy Tutte le giovani promesse sbarcate in Friuli dal '90 al '06 (su tanti di questi ci avevate puntato al Fantacalcio)

Tutte le giovani promesse sbarcate in Friuli dal ’90 al ’06 (su tanti di questi ci avevate puntato al Fantacalcio)

12 Ottobre 2021

Sapete cos’è la pirite? La pirite è un minerale, molto simile all’oro. La sua somiglianza al nobile metallo è così spiccata tanto da meritarsi l’appellativo di oro degli stolti. Esso, infatti, ha illuso migliaia e migliaia di cercatori che si riversarono nel XIX secolo in Klondike, richiamati dalla prospettiva di dare una svolta alla propria vita, alla ricerca di un filone aureo.

Forzando un po’ la similitudine, talvolta, anche le nevrotiche ed arzigogolate sedute di calciomercato hanno portato, portano e porteranno presidenti e direttori sportivi a vestire panni analoghi a quelli dei cercatori, alla spasmodica ricerca di un filone inesplorato, di un campione inespresso.

Stavolta il nostro focus si concentra sull’Udinese, società che ha fatto scuola in tutto il mondo in termini di scouting. I friulani, infatti, hanno fatto della loro immensa rete di osservatori sparsi per il globo il loro fiore all’occhiello, riuscendo a scovare talenti sconosciuti: acquistati per cifre modeste, i bianconeri hanno saputo valorizzare spesso e volentieri la bontà delle loro intuizioni, rivendendo a peso d’oro i loro gioielli. Inutile citarli tutti, sarebbe quasi impossibile. Ma è bene ricordare i vari Balbo, Sensini, Sanchez, Allan, Muriel, Benatia e Cuadrado, solo per indicarne. Anzi, cliccate qui per analizzare il focus pubblicato sul nostro sito e sapere quali sono state le quindici cessioni più remunerative nella storia del club.

Oggi, invece, vogliamo concentrarci sugli esperimenti falliti dalla famiglia Pozzo. È nella legge dei grandi numeri o della compensazione cosmica: siamo tutti umani ed è lecito sbagliare. Tuttavia, nel giorno del compleanno di uno dei carneadi sbarcati al Friuli tra il 1990 e il 2006 come il costaricano Winston Parks, non potevamo non stilare la lista dei quarantacinque abbagli al sapor di frico giunti in Italia grazie alle meteore friulane che hanno popolato il firmamento della nostra infanzia. Li ricordate tutti? Noi non crediamo! Scorreteli tutti. Alcuni non sono più con noi: pensiamo a Fernandez e a Tchangaï, che se ne sono andati troppo, troppo presto. Ma se scariche di serotonina fluiranno nel vostro cervello, non c’è da preoccuparsi. C’è solo da prendere i pop corn.

PS Perdonateci qualche foto forse troppo sgranata, ma neanche il mondo dell’internét è riuscito a dare sufficiente memoria storica ad alcuni dei nostri protagonisti e le loro istantanee possono considerarsi dei Gronchi Rosa a tutti gli effetti.

Dariusz ADAMCZUK

Dopo Czachowski e Kozminski, l’Udinese acquista il terzo polacco nel giro un anno. Stavolta è il turno del centrocampista cresciuto nel Pogon Stettino che viene acquistato nel novembre 1993 dagli scozzesi del Dundee. Sono andati via Balbo e Sensini, in panchina è stato chiamato Azeglio Vicini per valorizzare un nugolo di giovani, ma dopo sei giornate l’ex commissario tecnico dell’Italia viene esonerato e Adriano Fedele è richiamato sulla panchina per salvare la squadra. Tuttavia, sebbene assieme ad Adamczuk arrivino anche Helveg, Gelsi, Pizzi e Borgonovo, i friulani non riescono a centrare la salvezza. Dariusz non riesce a dare una mano, accumulando novanta minuti contro il Piacenza e cinquantadue contro la Roma. Tornerà in seguito al Dundee, toccando l’apice della sua carriera a cavallo del millennio, quando veste la gloriosa maglia dei Rangers per sedici volte.

Abel Enrique AGUILAR

Photo: Antonio Scalise – ANSA

L’Udinese pesca in Colombia e sul viaggio transoceanico verso il Friuli salgono due calciatori: Cristian Zapata ed Abel Aguilar. Entrambi giocano nel Deportivo Calì, ma se il difensore rappresenta una scommessa, lo stesso non può dirsi per il centrocampista che è un perno anche dei Cafeteros, oltreché dei biancoverdi. Al suo arrivo a Udine, le prospettive sono incoraggianti: Spalletti ha portato i bianconeri fino alla Champions League, tuttavia le cose non vanno bene ed in panchina si alternano – con l’andar del tempo – Cosmi, Dominissini e Galeone. Il colombiano finisce risucchiato dal bailamme e viene impiegato solo in due occasioni. Viene ceduto all’Ascoli, ma con i marchigiani non scende mai in campo. Trova, però, la sua collocazione in Spagna: gioca con lo Xerez, Real Saragozza e Deportivo La Coruña ma, soprattutto, diventa un simbolo dell’Hercules Alicante. Dopo un’esperienza di due anni e mezzo al Tolosa, torna al suo Deportivo Calì, prima di concludere la carriera lo scorso anno.

Anthony BASSO

Photo: Richard Selle – Allstar

Il portiere transalpino si è fatto notare tra le giovanili dell’Auxerre. I suoi compagni di squadra sono i vari Mexes, Boumsong, Kapo e Cissé. Le buone prestazioni con i transalpini convincono i dirigenti dell’Udinese ad operare l’acquisto per avere una valida alternativa alle spalle di Turci e De Sanctis. Tuttavia, le speranze sono malriposte, tant’è che a gennaio viene messo sotto contratto Bonaiuti, dopo quarantacinque minuti dimenticabili disputati nel primo match del 2001, contro il Perugia. L’estremo difensore è ancora troppo acerbo e per questo viene ceduto in Serie C: prima alla Viterbese, poi al Benevento ed infine al Chieti. Il suo contratto scade e per un anno rimane senza squadra, finché nel 2005 non accetta l’offerta dei norvegesi del Viking Stavanger.

Patrick BENEFORTI

Photo: Pascal Guyot – AFP – Getty Images

Il centrocampista è una delle più belle sorprese del Bastia che nel 2002 arriva a giocarsi la Coppa di Francia con il Lorient. Al termine della stagione, Patrick chiede un aumento di stipendio al club e, visto lo stallo nella trattativa, s’introduce l’Udinese che gli offre un salario quadruplo. Beneforti, dunque, approda ai friulani praticamente a parametro zero. Tuttavia, il Bastia non sta a guardare e fa valere le sue ragioni: inizia un balletto internazionale a suon di norme e cavilli, mentre la FIFA tarda a decidere. I corsi pretendono oltre due milioni e mezzo di euro di indennizzo e, dopo mesi di tira e molla, l’Udinese decide di rescindere il contratto e Beneforti è costretto a tornare al Bastia che, per “punizione”, decide di mandarlo in prestito in Ligue 2 allo Châteauroux. Inizia così la sua parabola discendente che lo porterà a giocare in diversi club della Corsica: Ajaccio, Gazelec Ajaccio e Cercle Bastia.

Morten BISGAARD

Non tutti i danesi escono col buco. E dopo le belle intuizioni di Helveg e Jørgensen, stavolta i dirigenti friulani non pescano nella penisola con la medesima fortuna. Nel 1998 veste il bianconero, ma in campionato viene impiegato soltanto per tre scampoli di partita da Guidolin. L’anno successivo in panchina c’è Luigi De Canio: il tecnico lucano crede più in lui e addirittura segna il suo primo – ed unico – gol italiano al Delle Alpi contro la Juventus. I gettoni alla fine della stagione sono venti, mentre l’impiego si limita a tredici apparizioni nel terzo ed ultimo anno al Friuli. Torna quindi in Danimarca per tornare a brillare con la maglia del FC Copenaghen, tanto da guadagnarsi una chiamata al Derby County, con cui disputa tre anni ad alto livello nella Championship.

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