Privacy Policy Tutte le giovani promesse sbarcate in Friuli dal '90 al '06 (su tanti di questi ci avevate puntato al Fantacalcio) - Pagina 3 di 9

Tutte le giovani promesse sbarcate in Friuli dal ’90 al ’06 (su tanti di questi ci avevate puntato al Fantacalcio)

12 Ottobre 2021

José Ricardo DEVACA

Photo: Adam Davy – PA Images – Getty Images

Il difensore centrale giunge all’Udinese nel 2001, ad un anno preciso dall’arrivo del connazionale Da Silva, dopo le ottime impressioni suscitate con il Cerro Porteño e con le selezioni giovanili dell’Albirroja. Dopo un’estate vissuta con il club sotto la direzione tecnica di Roy Hodgson, José Ricardo viene rimandato alla casa-madre per giocare con la necessaria continuità. In Paraguay dimostra di avere buoni numeri e nell’estate del 2002 viene prelevato dal San Lorenzo, nel campionato argentino, con cui scende in campo tredici volte. I tempi per il ritorno maturano solo nel 2004 – dopo il secondo ritorno al Cerro Porteño – ma Luciano Spalletti lo boccia definitivamente dopo alcuni mesi, nonostante al suo collo penda la medaglia d’argento conquistata durante le Olimpiadi di Atene appena concluse. Le sue più grandi soddisfazioni giungeranno qualche anno dopo quando si aggiudicherà con la maglia del Banfield il campionato d’Apertura del 2009.

Christian Lionel DIAZ

Photo: Tony Marshall – Empics – Getty Images

Forse è ingeneroso inserire l’argentino all’interno di questa classifica. Lo sappiamo. Tuttavia, quella di Udine è forse stata l’unica parentesi europea da archiviare sotto la voce “sufficiente”, seppur alla fine della stagione la sua cessione al Mallorca non sia stata salutata con sommosse di piazza. Il laterale di centrocampo, cresciuto nel florido vivaio dell’Independiente, è giunto in Friuli in occasione del torneo 2000-01 con Luigi De Canio in panchina. La squadra parte bene, sino a ritrovarsi al primo posto dopo cinque giornate, ma con l’andar del tempo il rendimento cala così drasticamente da rendersi necessari l’esonero del tecnico lucano e la conseguente chiamata di Luciano Spalletti. In un’annata che, alla fine, si conclude con una salvezza relativamente tranquilla – ma ampiamente fallimentare, visti i programmi societari – ne fa le spese anche l’argentino che, seppur sia sempre presente e dia un utile contributo alla causa, viene spedito alle Baleari dove riesce a raccogliere soltanto otto gettoni.

Hazem EMAM

Lo Zico delle Piramidi sbarca in Italia nel 1996 dopo aver disputato una buona Coppa d’Africa con il suo Egitto, seppur i Faraoni vengano eliminati ai quarti di finale dallo Zambia. I friulani sperano di poter sfruttare il talento del trequartista, ma Zaccheroni si affida al 3-4-3 e diventa difficile trovargli una collocazione, se non dirottandolo sulla sinistra del trio d’attacco. Sebbene siano poche le presenze che l’egiziano riesce a collezionare, commuove gli appassionati dopo le sue lacrime di Perugia: entra al posto di Alessandro Orlando, ma Zaccheroni lo richiama a sé per inserire il più difensivo Gargo dopo l’espulsione di Rossitto. Il suo pianto lascia il segno, ma la domenica successiva riesce ad essere decisivo, fornendo un assist per Poggi nella sfida contro la Reggiana. Le difficoltà di trovargli una collocazione nelle tattiche del tecnico emiliano convincono la dirigenza alla sua cessione in prestito: disputa due campionati in Olanda con il De Graafschap, mettendo in mostra comunque ottimi numeri. Tuttavia, al suo ritorno in squadra nel 2000, Hazem Emam capisce di non aver spazio e fa definitivamente ritorno in Egitto, nel suo Zamalek dove finirà la carriera nel 2008 a soli trentatré anni.

Joachim FERNANDEZ

«Loro hanno le scarpe, noi abbiamo le scarpe. Loro hanno maglie, noi abbiamo maglie. La verità è sul campo: tutto qui». Sono le parole di Joachim, poco prima del ritorno degli ottavi di Coppa UEFA 1995-96 contro il Real Betis. Il senegalese di Ziguinchor, naturalizzato francese, ricopriva il ruolo di centrocampista difensivo in team con Prunier, Lizarazu, Witschge, Zidane e Dugarry. Le sue buone prestazioni con i Girondini convincono l’Udinese ad acquistarlo nell’estate del 1997, ma Zaccheroni gli concede soltanto otto minuti con i colori bianconeri addosso, in occasione dell’esordio stagionale contro la Fiorentina. Subentrato a Poggi per difendere il 2-1, assiste inerme alla riscossa viola capitanata da Batistuta che, prima del triplice fischio finale, riesce a ribaltare il risultato. Non vede più il campo per il resto della stagione e la situazione non cambia neanche quando viene ceduto in Serie B dal mese di novembre al Monza: disputa ventotto minuti nei match del Primo Turno di Coppa Italia nel torneo successivo e quarantasei in tre partite fra i cadetti, prima di salutare l’Italia nel gennaio 1999 per far ritorno al Tolosa.

Patrik FREDHOLM

L’attaccante svedese si mette in mostra con la maglia dell’AIK Solna e il titolo del 1998 porta ben chiara la sua firma. L’Udinese, dunque, insiste per averlo e nel gennaio del 1999 ottiene la firma di Patrik. Sebbene sembra sia un giovane di belle promesse, Fredholm è costretto a vedere da lontano le imprese di Sosa, Poggi e Amoroso. La prassi bianconera vuole che alcuni giovani del vivaio friulano vadano a maturare in giro per l’Europa e il De Graafschap è una meta gettonata – così com’è accaduto con Hazem Emam – ma l’attaccante svedese non riesce a mettere in cascina neanche un minuto. La situazione non cambia neanche quando Patrik viene dirottato al Castel di Sangro in Serie C1: mister Iaconi lo impiega negli ultimi diciotto minuti della sfida del Teofilo Patini contro il Catania per cercare di trovare il pareggio. Ma il suo apporto è pressoché nullo. Ecco perché l’Udinese e Fredholm capiscono che è ora di lasciarsi quanto prima possibile e nel gennaio 2001 si consuma il divorzio: viene ceduto all’Örgryte e lì rimane per due anni, prima di un’esperienza in Svezia. Nel 2006, però, Patrik ritorna in Italia: gioca nel Rivignano e nel San Daniele, tornando a respirare i profumi della provincia friulana.