Privacy Policy Tutte le giovani promesse sbarcate in Friuli dal '90 al '06 (su tanti di questi ci avevate puntato al Fantacalcio) - Pagina 4 di 9

Tutte le giovani promesse sbarcate in Friuli dal ’90 al ’06 (su tanti di questi ci avevate puntato al Fantacalcio)

12 Ottobre 2021

Allan GAARDE

L’Udinese incoccia sui muscoli e sul fisico granitico del danese in occasione del Terzo Turno di Coppa Intertoto del 2000-01 che vede contrapposti i friulani all’Aalborg BK. Il centrocampista è una diga di 195 centimetri con buoni piedi e capacità d’inserimento, tanto da andare in rete nel match di ritorno in Italia che vede i danesi sfiorare la clamorosa rimonta. Al termine dei 180 minuti, mister De Canio si convince che il suo profilo è quello giusto per dar più solidità al suo centrocampo e nel mese di gennaio Gaarde sbarca in Italia. Tuttavia, dopo un buon avvio, l’Udinese sta attraversando un brutto periodo. Il tecnico lucano gli concede la maglia da titolare soltanto una volta e quando nel mese di marzo viene esonerato, al suo posto viene chiamato Spalletti. Il danese si presenta nel peggiore dei modi con l’allenatore toscano, guadagnandosi un’espulsione diretta dalla panchina nel match d’esordio con la Reggina. È il peggiore dei biglietti da visita e Allan non vedrà più il terreno di gioco per oltre un anno, quando nell’aprile del 2002 viene rispedito all’Aalborg BK senza particolari rimpianti.

Diego Antonio GAVILAN

L’elegante trequartista paraguaiano dal passaporto spagnolo è uno degli elementi più promettenti sfornati dalla cantera del Cerro Porteño, vera e propria incubatrice dei migliori talenti dell’Albirroja. A diciotto anni è uno dei titolari inamovibili dei rossoblù e per lui si muove mezza Europa. A spuntarla è il Newcastle United che, su precisa indicazione di Sir Bobby Robson, acquista il diciannovenne dalle belle speranze. Il tecnico gli fa provare l’atmosfera della Premier League in occasione dell’infuocato derby con il Sunderland e, seppur sia dotato di mezzi tecnici, non riesce a trovargli una collocazione in campo. È un regista puro ed è dura trovare uno spazio nel suo 4-4-2. Tuttavia, nel finale di stagione, con la salvezza in tasca, il tecnico dei Magpies gli concede ben due partite da titolare e trova il suo primo ed unico gol in Premier League nel 2-0 del Saint James’ Park contro il Coventry City. Nei due anni successive gioca con il contagocce, riuscendo a trovare qualche scampolo di partita nelle coppe, finché nel 2002 viene ceduto al Tecos di Guadalajara. In Messico ritrova la sua vena e per il campionato successivo viene scelta l’Udinese per testare il suo talento in un club dall’innata vocazione per la crescita di giovani talenti. Tuttavia, Gavilan conosce molto meglio gli spalti e raramente la panchina del Friuli, non mettendo assieme neanche un minuto per tutto il 2003-04. È così che il Newcastle si convince a cederlo definitivamente all’Internacional di Porto Alegre, dove dimostrerà il suo repertorio in un calcio più incline alle sue caratteristiche.

Al Saadi GHEDDAFI

Photo: Franco Debernardi – ANSA

È uno dei personaggi più discussi e controversi che abbiamo mai messo piede in Italia. Figlio del dittatore libico, Muhammar, Al Saadi ha la passione per il calcio ed il suo sogno è quello di giocare, un giorno, in Serie A. Ci pensa Gaucci – personalità altrettanto discussa e sanguigna del nostro calcio – ad esaudire il suo desiderio, aggregandolo al suo Perugia e facendolo esordire nell’incontro del Renato Curi contro la sua amata Juventus. Sono quindici minuti che non dimenticherà mai. Nella stagione successiva, per motivi a noi ignoti, viene acquistato dall’Udinese e mister Galeone lo fa scendere in campo al posto di Barreto negli ultimi dieci minuti della sfida contro il Cagliari. Dopo un rapido passaggio alla Sampdoria, Al Saadi fa notizia più per la sregolata vita fuori dal campo prima e per le note vicende di cronaca poi. Ma questa è un’altra storia.

Henok GOITOM

Il giovane Goitom è un perticone di 190 centimetri che nel 2003 sbarca a Udine dopo le buone sensazioni messe in mostra con le selezioni giovanili della Svezia. Figlio di eritrei immigrati nella capitale svedese, Henok dimostra sin da subito di poter fare del suo fisico da corazziere un’arma in più. Una considerazione che fanno anche nella dirigenza bianconera che decide di acquistare il diciannovenne dalla formazione del Vasalund, club di un sobborgo di Stoccolma. Il suo nome rimarrà per sempre nelle memorie dei tifosi interisti per un suo colpo di testa che, al novantesimo, consentì ai ragazzi di Spalletti di pareggiare il match con i nerazzurri in pieno recupero. Sembra l’inizio di una buona carriera con la maglia bianconera addosso e invece rimarrà l’unica traccia del suo passaggio. Infatti, Goitom viene dirottato in Spagna al Ciudad de Murcia ed inizia a segnare a raffica. Il contestato trasferimento ai cugini del Real non viene salutato nel migliore dei modi e, complice la difficile situazione ambientale, Henok sembra smarrire il suo istinto. Si riprenderà in seguito con la maglia del Real Valladolid, ma anche lì sarà un fuoco di paglia. Torna nella sua Stoccolma nel 2012 e dopo un’esperienza nella MLS al San José Earthquakes, si ristabilisce definitivamente nel suo AIK Solna con cui continua tuttora a segnare nonostante siano ormai trentasette le primavere sul groppone.

GUSTAVO Lazzaretti de Araujo

Non ha ancora vent’anni quando al Malutrom, il suo club, arriva la chiamata del Chelsea che lo vuole per le sue giovanili. Gustavo, dunque, fa le valigie e parte per il regno di Elisabetta II con la volontà di giocarsi le sue chance, ma l’intento rimarrà tale. L’italo-brasiliano gravita intorno alla squadra delle riserve e per lui non c’è posto allo Stamford Bridge. Dopo un anno di illusioni, Gustavo torna in patria e il Botafogo gli offre una maglia da titolare: sono ben trentatré le presenze con il club nerostellato e così l’Udinese gli concede una nuova opportunità per dire la sua nel Vecchio Continente. Mister Spalletti gli concede una passerella di venticinque minuti al Renzo Barbera dove la sua Udinese sta strapazzando il Palermo per 5-1: gli cede il posto capitan Bertotto. Quella, insieme a qualche panchina, sarà l’unica volta in cui Gustavo veste il bianconero. L’anno successivo, però, ecco l’opportunità di dimostrare il proprio valore con la maglia del Treviso. I veneti sono alla loro prima esperienza in Serie A e all’Omobono Tenni quasi ogni avversario riesce a far bottino pieno. Sulla panchina si alternano ben tre allenatori – Rossi, Cavasin e Bortoluzzi – e quarantuno sono gli elementi complessivi della rosa. Dunque, quella di Gustavo di mettere insieme venticinque gettoni risulta quasi un’impresa. Al termine della stagione in prestito nella Marca, il brasiliano viene rispedito in patria, dove l’accoglie l’Atletico Paranaense.