Privacy Policy Tutte le giovani promesse sbarcate in Friuli dal '90 al '06 (su tanti di questi ci avevate puntato al Fantacalcio) - Pagina 5 di 9

Tutte le giovani promesse sbarcate in Friuli dal ’90 al ’06 (su tanti di questi ci avevate puntato al Fantacalcio)

12 Ottobre 2021

Julio Ricardo GUTIERREZ

È veloce e guizzante. I feedback del cileno che arrivano dagli osservatori udinesi ai piedi delle Ande convincono Pozzo a bussare alla porta dell’Union Española per portare l’attaccante alla corte di mister De Canio. In Serie A gioca cinque scampoli di partita, mentre gli viene concesso più spazio in Coppa Italia. I dirigenti intravedono del talento nel piccolo Gutierrez e l’estate successiva, nel 2001, viene mandato a farsi le ossa al Messina, in Serie B. Qui trova mister Arrigoni che ne esalta le caratteristiche in un tridente che prevede il cileno e Buonocore agire ai fianchi di Godeas che è il terminale d’attacco. Il gigante friulano trova la rete quindici volte, mente Julio sforna assist e segna quattro reti. Resta ancora un anno sullo Stretto ma, complici un infortunio, il cambio d’allenatore – ad Arrigoni si sostituisce Oddo – insieme ad un affollato parco attaccanti con Calaiò, Docente Iannuzzi, Zampagna e Amauri ad alternarsi nei mesi, il cileno vede il campo soltanto per sei volte. Forte delle complessive buone indicazioni, Julio torna a Udine, ma a gennaio – dopo tre comparsate – viene rispedito nuovamente in provincia: lo accoglie il Pescara ma seppur Ivo Iaconi provi a farlo giocare con Bellé e Calaiò nel tridente d’attacco, non segna neanche un gol in tredici partite. L’ultimo, estremo tentativo di recuperarlo viene operato nel 2004-05 mandandolo in Serie C1 alla Sambenedettese prima e al Grosseto poi, ma neanche in terza serieriesce ad incidere. È così che si consuma l’addio che al termine dell’anno lo porta in Messico per poi tornare in patria all’Union Española con cui riuscirà a riallacciare i nodi di una carriera che ha rischiato di mandarlo fuori strada troppo presto.

Luis HELGUERA Bujia

Photo: Franco Debernardi

Suo fratello maggiore, Ivan, è rimasto scottato dall’esperienza italiana: approdato alla Roma nel 1997-98 sotto la guida di Zeman, non è riuscito a dimostrare le sue doti in giallorosso. Ma la sua caparbietà, alla lunga, lo ha premiato, diventando un punto di riferimento nel Real Madrid dei Galacticos. Luis, il più piccolo, non avrà la stoffa del fratello, ma comunque col pallone fra i piedi ci sa fare. Debutta in Liga con il Real Saragozza e nel 2000 l’Udinese lo acquista per dar sostanza alla mediana. Sono stagioni di passaggio: i bianconeri devono ricostruirsi dopo le dolorose perdite dei suoi talenti più cristallini e l’innesto dello spagnolo resta nel solco della filosofia dei friulani. Nei suoi due anni con le Zebre scende in campo per ben cinquantaquattro volte, nonostante si alternino ben quattro allenatori in panchina, ma le stagioni terminano con un decimo e un quattordicesimo posto. Viene ceduto, dunque, al Deportivo Alaves in prestito e poi definitivamente alla Fiorentina nel 2004-05. Dopo un duro infortunio – e una sfortunata parentesi all’Ancona – Luis diventa un pilastro del Vicenza con cui rimane per tre anni, prima di tornare in Spagna e finire la sua carriera all’Huesca.

Henrique JORGINHO PAULISTA

È un terzino sinistro in purezza. Per questo difficilmente si concepisce l’ingaggio del brasiliano dal PSV Eindhoven – che bene ha fatto con il Brasile Under 17 durante il Mondiale in Egitto – in una squadra che fa del 3-5-2 la sua impostazione tattica. La speranza dei dirigenti friulani, magari, era quello di vederlo attaccare più che difendere, come vuole l’ascendente tutto carioca di pensare più ad offendere che difendere. E invece, il ragazzo cresciuto nel Palmeiras viene impiegato sulla fascia sinistra in zona più avanzata rispetto all’usuale. Debutta a novembre contro la Roma e i capitolini passano comodamente al Friuli col risultato di 2-0. A mister De Canio tanto basta per farlo accomodare in panchina per il resto della stagione. Vede il campo soltanto altre due volte, quando ormai il risultato è acquisito: contro il Torino un minuto per perdere tempo e un quarto d’ora quando l’Udinese sta passeggiando per 5-0 sul prato del Renato Curi di Perugia. Conclusa la parentesi in Italia, Jorginho Paulista conferma di avere in comune col ben più celebre difensore brasiliano soltanto il soprannome, collezionando qualche presenza da comprimario con Boca Juniors, Vasco da Gama e San Paolo.

Esteban Javier LOPEZ

Siamo davanti ad un recordman. Forse davvero in pochi si ricorderanno di lui, ma l’ispano-argentino può vantare un primato – probabilmente mondiale – unico ed irripetibile. Ma andiamo con ordine. Il terzino destro è nato in Sudamerica, ma ben presto si è trasferito in Spagna, acquisendone la cittadinanza. Dopo esser cresciuto nelle fila del Murcia, Esteban approda nelle giovanili dell’Albacete e dopo un solo anno viene messo sotto contratto dal Sunderland che intravede in lui del potenziale. Sembrano spalancarsi le porte per una carriera piena di soddisfazioni e gli emissari dell’Udinese bussano alla porta dei Black Cats per offrirgli un ingaggio. È l’estate del 2000 e così Lopez approda nel campionato più bello del Mondo. Siede spesso in panchina o in tribuna e, forse, le Zebre capiscono che il suo arrivo in Friuli non risponda propriamente alle aspettative. Non accumula alcun minuto con la maglia bianconera, tant’è che nel 2001 viene spedito al Napoli che milita in Serie B insieme a Fabio Cesar Montezine nell’ambito dell’operazione che porta a fare il viaggio nella direzione opposta il terzino sinistro Marek Jankulovski. Ironia del destino, Esteban ritrova sulla panchina dei partenopei proprio quel Luigi De Canio che già l’aveva bocciato senza appello l’anno precedente. Il tecnico lucano s’ingegna per tenerlo alla larga dal suo progetto, ma non può fare a meno di schierarlo in occasione della delicatissima sfida dell’Arechi. È una partita sentitissima e l’argentino scende in campo con la maglia da titolare con l’obiettivo di contrastare Bellotto, una delle “intuizioni” di Zeman, quell’anno alla guida dei granata. Fra l’altro, nota a margine, Bellotto è il detentore del gol più veloce nella storia della Serie B: sette secondi e 88 centesimi per bucare la porta dell’Ancona. Inutile dire come l’esterno d’attacco ex Ternana e Pistoiese riesca a fare il bello e il cattivo tempo ed insaccando il gol del 3-1 che chiude la partita grazie ad una maldestra respinta dell’argentino che, nel cuore dell’area, appoggia il pallone sui piedi dell’incredulo avversario. Dicevamo del suo primato: durante la sfida, infatti, Lopez riesce a farsi fischiare ben tre contro-falli laterali. Rimane ancora un mistero come quelli siano gli unici novanta minuti disputati in Italia dal difensore.

Elijah LOUHENAPESSY

I più stagionati della pagina ricorderanno dell’ingaggio operato da Zaccheroni del ragazzo di origini molucchesi ma cresciuto nel vivaio dell’Ajax. Non sempre, però, gli acquisti operati nel laboratorio dei Lancieri garantisce qualità di rendimento. E la prova provata è rappresentata dall’ingaggio di Elijah Louhenapessy che, dopo aver esordito con la maglia dei Godenzonen in Eredivisie viene chiamato da Zaccheroni per dare il cambio a Johan Walem. Tuttavia, i progetti rimangono tali ed Eli – a memoria, forse il primo a sfoggiare un soprannome in luogo del suo cognome sul retro della maglia in Italia: se mi sbaglio, mi corigerete – viene mandato in Serie B per accumulare minuti. Ad accoglierlo è il Genoa di Tarcisio Burgnich: con la maglia del Grifone accumula diciassette partite, segnando anche la rete del momentaneo 3-1 dei rossoblù contro la Lucchese. Tuttavia, non passa neanche un minuto che Louhenapessy inguaia i suoi, ricevendo il secondo cartellino giallo e lasciando i liguri alle “attenzioni” dei rossoneri del Porta Elisa che, infatti, rischiano di pareggiare. L’incontro termina 2-3 per i genoani e pian piano il minutaggio scende. Tornato all’Udinese al fine campionato, viene mandato in patria al solito De Graafschap, per poi tentare una nuova avventura fra i cadetti con la maglia della Salernitana, ma né Sonetti, né Oddo gli danno mai fiducia. Uscito definitivamente dalle grazie dei bianconeri, dopo un’esperienza in Austria, Louhenapessy torna in Italia per amore e per giocare nelle serie minori friulane.