Tutti gli africani campioni d’Europa
10 Marzo 2021
Samuel KUFFOUR (Ghana) – Bayern Monaco
Roccioso, fisicamente strutturato e abile nei contrasti. Il profilo di Kuffour è quello di un difensore centrale di altri tempi. Di quelli che, se ci fosse stato bisogno, avrebbero sparato la palla in tribuna senza alcun timore. L’eleganza non gli apparteneva, ma l’efficacia e l’essenza maschia del difensore centrale rispondevano sicuramente delle sue caratteristiche. La carriera del ghanese inizia nel settore giovanile del VF Kumasi, la squadra della sua città, per poi finire sul taccuino dei dirigenti del Torino che lo portano in Italia senza mai dargli l’opportunità di esordire in prima squadra. Si trasferisce quindi in Germania, dove di fatto, la sua storia calcistica prende forma. Nel Bayern Monaco si ritaglia un ruolo importante diventando una colonna della squadra bavarese. In dieci stagioni vince sedici trofei, tra cui la Champions del 2001, dove nella cornice di San Siro conquista la coppa ai calci di rigore contro il Valencia. Termina infine la carriera, con un breve passaggio a Roma, Livorno e Ajax.
GEREMI Sorele Njitap Fotso (Camerun) – Real Madrid
Cresce come mediano di quantità e sostanza in patria, facendosi notare dagli emissari del Cerro Porteño. L’avventura in Paraguay però dura soltanto qualche mese perché, sempre nel 1997, si trasferisce al Gençlerbirliği. È proprio in questa piccola società turca che il Real Madrid lo nota portandolo alla corte del Bernabeu. Con i Galacticos gioca per tre stagioni senza mai incidere più di tanto nella struttura tattica delle Merengues. In quel triennio fatica a inserirsi in pianta stabile negli undici titolari, pur ritagliandosi i suoi spazi in una formazione che riesce a vincere due Champions League. In entrambe le occasioni non viene mai chiamato in causa, ma assiste dalla panchina alla vittoria della coppa. Una volta terminata l’esperienza spagnola decide di spostarsi in Inghilterra per vestire le maglie di Middlesbrough, Chelsea e Newcastle United. Sarà stata pure una riserva di lusso, ma nel suo palmarès si continueranno a contare i trofei più importanti.
Benedict McCARTHY (Sudafrica) – Porto
Il capolavoro di Mourinho con il Porto resterà nella storia della Champions League. Tanto quanto lo stesso Special One – insieme a quella fantastica formazione – riuscì a firmare pagine indelebili con i Dragões. McCarthy veniva da alcune stagioni tribolate: l’esperienza al Celta Vigo non era stata certamente esaltante, ma nel 2004 le sue prestazioni salirono di livello. Sembrava baciato dalla fortuna, trasformando in oro tutto quello che veniva accarezzato dai suoi piedi. Sarà per l’umore pieno di vita dei portoghesi o per la straordinaria capacità di Mou nell’ottenere sempre il massimo dai suoi calciatori, ma di fatto Benni McCarthy sotto porta era una vera sentenza. In campionato si laurea capocannoniere del torneo con venti gol, mentre in Champions ne infila altri cinque, tra cui le storiche realizzazioni contro il Manchester di Ferguson che regalarono al Porto una insperata qualificazione.
Djimi TRAORÉ (Mali) – Liverpool
Inizia con il Laval, una piccola società francese con cui Traoré mette in fila le prime presenze. Il terzino sinistro maliano ha un fisico possente, ma soprattutto gambe e fiato da vendere, sulla fascia macina chilometri su chilometri ed è proprio per queste peculiarità che viene adocchiato dai manager del Liverpool. Ci credono ed investono su di lui, e fanno bene, perché dopo l’esperienza maturata con il prestito al Lens ritorna ad Anfield Road da titolare. Con i Reds gioca per quattro stagioni, vincendo otto trofei, marchiando a fuoco una finale di Champions vinta sul Milan con una rimonta ai limiti dell’impossibile. Dal 3-0 dei rossoneri alla fine del primo tempo, ai sette minuti di follia nella ripresa, dove il Liverpool di Rafa Benitez prima raggiunge il 3-3 e poi conquista il quinto titolo della sua storia ai calci di rigore. Una volta terminata l’avventura sotto la Kop, Traorè prosegue il suo cammino vestendo le maglie di Charlton Athletic, Portsmouth e Rennes, per poi chiudere con i Seattle Sounders.
Samuel ETO’O (Camerun) – Barcelona e Inter
Elencare tutte le qualità e i record di Eto’o è impossibile. Ci basta sapere che è il calciatore africano ad aver vinto più Champions League nella storia della competizione. Se ne contano addirittura tre. La prima nel 2006, era il Barcellona di Rijkaard e sconfisse in finale una delle formazioni dell’Arsenal più forte di sempre. In quell’occasione segnò il gol del pareggio che diede il via alla rimonta blaugrana, poi completata dalla rete di Belletti. La seconda arrivò nel 2009, con il Barça mostruoso di Guardiola, che invece ebbe la meglio sull’altrettanto straordinario Manchester di Ferguson. Nel suggestivo scenario dell’Olimpico di Roma, Eto’o fu uno dei protagonisti in campo segnando la rete del vantaggio dopo appena nove minuti. Infine, la terza, arrivò l’anno successivo, compiendo un vero e proprio miracolo sportivo. In finale c’è il Bayern Monaco, ma il campione camerunense stavolta indossa la divisa dell’Inter, nella stagione indimenticabile della storia nerazzurra. Quella del Triplete.
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