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Tutti gli stranieri nella Serie A 1995-96

1 Aprile 2021

UDINESE

Thomas HELVEG

È atterrato in Friuli nel novembre del 1993. E da allora il nazionale danese macina chilometri e chilometri sulla fascia destra per lasciar partire dei cross che, il più delle volte, finiscono in rete. Il 1995-96 è l’anno della sua consacrazione definitiva, visto che Zaccheroni lo valorizza ancor di più mettendolo a presidio unico della fascia destra. Thomas corre, difende e attacca. È un calciatore completo e quest’anno il suo apporto acquista ulteriore peso specifico, vista la presenza in avanti di un ariete come Oliver Bierhoff, capace di tramutare ogni pallone alto in rete.

Oliver BIERHOFF

Il bianconero gli sta bene addosso. Infatti, oltre a quello della Mannschaft, Oliver segna gol a raffica anche con la casacca della sua nuova squadra, l’Udinese, che lo ha adottato dopo i quattro anni vissuti ad Ascoli. L’ariete tedesco sta maturando sempre di più ed il tecnico emiliano riesce ad amplificare il suo peso in attacco, piazzandogli accanto una volpe come Paolino Poggi e mettendolo in condizione di realizzare reti in quantità vista la abnorme quantità di cross che gli esterni producono dalle fasce. Al termine della stagione i palloni scagliati in fondo al sacco sono ben diciassette e il commissario tecnico della Germania, Berti Vogts, lo porta con sé in Inghilterra per vivere da protagonista assoluto l’Europeo del 1996.

Marek KOZMINSKI

Il terzino sinistro polacco è ormai un udinese d’adozione. Infatti, Marek è giunto da quelle parti nel 1992, accompagnato dal connazionale Piotr Czachowski, meteora che non lasciò tracce di sé e del suo passaggio in Friuli. Kozminski, invece, ha sudato e non poco per guadagnarsi la fiducia dei tecnici che, negli anni, si sono alternati sulla panchina dei bianconeri. Ma con l’andar del tempo, la sua presenza nell’undici titolare è diventata ben presto un’abitudine. Tuttavia, durante la stagione in corso, perde il posto da titolare in favore dell’esperto Raffaele Sergio e il polacco è costretto a guardare un numero sempre maggiore di partite dalla panchina. Al termine del torneo, sono soltanto dodici i gettoni messi insieme che, tuttavia, gli consentono di avere la conferma anche in vista del campionato successivo.

Igor SHALIMOV

Il centrocampista russo sta vivendo uno dei momenti più complicati della sua carriera. Dopo la sbornia di Foggia, che gli ha permesso di scalare le classifiche di gradimento fra gli stranieri più decisivi del campionato 1991-92, l’esperienza con la maglia dell’Inter lo ha decisamente riportato sulla terra. Dopo aver rischiato la retrocessione in Serie B, i nerazzurri decidono di fare piazza pulita e il russo paga pegno: viene mandato prima in Germania al Duisburg, poi in Svizzera al Lugano. Proprio con gli elvetici matura la più tremenda delle vendette nei confronti dei suoi ex compagni di squadra, partecipando ad entrambe le sfide di Coppa UEFA che costano la qualificazione ai nerazzurri. Dopo qualche mese al di là del lago Maggiore, l’Udinese lo chiama per rinfoltire il centrocampo e colleziona venti presenze, senza mai andare in rete.

Mohammed GARGO

Il ghanese non ha neanche venti anni, ma ha già girato mezza Europa. Lo acquista il Torino nel 1991, poi accetta l’offerta del Borussia Dortmund, quindi quella del Bayern Monaco. All’inizio del 1995 tenta l’avventura in Inghilterra con lo Stoke City e, alla fine, decide di tornare in Italia per giocarsi le sue chance con la maglia dell’Udinese. Zaccheroni lo osserva, ma non lo impiega mai in campionato, aggregandolo comunque alla prima squadra. Ha grande potenza fisica e versatilità. Qualità che lo faranno apprezzare negli anni a venire. Non fosse stato per qualche infortunio di troppo, forse Gargo avrebbe potuto toccar vette ancor più alte.

VICENZA

Joachim BJÖRKLUND

Il centrale svedese perde soltanto 104 minuti di campionato. Guidolin lo considera insostituibile nel suo scacchiere e lo svedese aiuta non poco la matricola biancorossa a centrare la salvezza. Il Vicenza è tornato nella massima serie dopo un’assenza di quasi vent’anni e la volontà è quella di ripercorrere le gesta del vecchio Lanerossi. La missione viene compiuta anche grazie all’aiuto del nazionale scandinavo che conferisce solidità al reparto arretrato. L’ottimo campionato disputato gli fa guadagnare la chiamata dei Glasgow Rangers, trampolino di lancio per una carriera che lo vedrà impegnarsi egregiamente fra Inghilterra e Spagna.

Gustavo Emilio MENDEZ

Sull’album dei calciatori lo si vede impegnato mentre tallona Weah. Ed è questa una delle sue caratteristiche distintive che gli consentono di avere un posto speciale nei cuori dei tifosi berici. Gustavo arriva in punta di piedi dal Nacional Montevideo e l’uruguagio viene apprezzato particolarmente dal suo tecnico che lo impiega in ruoli diversi: da terzino a difensore centrale, fino al ruolo di mediano. Mendez svolge il suo compito in maniera diligente e sulla sua corsa e sui suoi recuperi si fonda buona parte dell’ottima stagione che consente ai vicentini di centrare l’obiettivo della salvezza con grandissima tranquillità e, anzi, di pensare anche a qualcosa di più. E lo si vedrà l’anno successivo.

Marcelo Alejandro OTERO

L’attaccante uruguaiano ha ventiquattro anni quando viene scelto dai dirigenti vicentini per guidare l’attacco in vista del torneo di Serie A. Lo conoscono in pochi, seppur giochi in pianta stabile nella Celeste che si è appena aggiudicata la Copa America e sia il centravanti del Peñarol. I dubbi sul suo conto, Marcelo li dissipa nel giro di pochissimo tempo, riuscendo a replicare con grande facilità gli ottimi numeri messi in mostra dall’altra parte dell’Oceano Atlantico. Conclude il suo primo campionato in Europa con un bottino di ben dodici reti che gli consentono di guadagnarsi il rispetto e l’ammirazione dei suoi tifosi di cui, ben presto, diventa beniamino.

Nando Di Giovanni