Tutti gli stranieri nella Serie A 1995-96
1 Aprile 2021
CAGLIARI
DARIO SILVA Debray

Ci ha messo poco Dario Silva a guadagnarsi il soprannome di Sa Pibinca dai tifosi cagliaritani. L’uruguaiano, infatti, corre come un furetto da una parte all’altra del campo, svariando sul fronte d’attacco alla ricerca del pallone giusto da buttare in fondo al sacco. Tuttavia, le difese italiane non sono propriamente uguali a quelle della sua terra e l’ex Peñarol fa fatica non poco per far finire il suo nome sul tabellino dei marcatori. Segna in soltanto in tre occasioni durante le trentatré apparizioni sul campo, ma si ricicla egregiamente nel ruolo di spalla di Lulù Oliveira, percorrendo chilometri e chilometri, guadagnandosi così la conferma a fine anno.
Luis Airton OLIVEIRA

Il belga, ormai, è un punto di riferimento nell’attacco rossoblù e quella che sta per vivere è la stagione giusta per affermarsi ed ambire a nuove e più impegnative sfide. Dopo aver sfiorato due anni prima la clamorosa finale di Coppa UEFA, il Cagliari sta vivendo un sostanziale ridimensionamento degli obiettivi, dovendosi guardare più alle proprie spalle piuttosto che ambire alla parte alta della classifica. Tuttavia, Lulù affina sempre più le sue lame e quella del 1995-96 rappresenta la sua miglior stagione in termini realizzativi: segna ben quindici reti – rifilando anche una tripletta al Bari – che a fine stagione gli varranno la chiamata da parte della Fiorentina.
Fabian Alberto O’NEILL

In quegli anni Cagliari sembra più una succursale di Montevideo. Sono tanti gli uruguagi che utilizzano l’ingresso sardo per metter piede stabilmente nel campionato più bello del mondo. E dopo i vari Fonseca, Francescoli ed Herrera, giunge in Italia un ragazzo dal cognome irlandese, ma dentro le cui vene scorre sangue sudamericano, mentre il suo piede è baciato dal talento della dea Eupalla. Fabian sbarca a novembre al Sant’Elia e questo campionato gli consente di prendere le misure con i ritmi frenetici della Serie A. In molti scorgono in lui un potenziale campione, anche se per vederlo al massimo splendore – almeno sui campi da gioco – bisognerà attendere ancora un po’ di tempo. Chiude il torneo con una rete in quindici presenze.
CREMONESE
Matjaz FLORIJANCIC

Lo sloveno, ormai, conosce Cremona come le sue tasche. È dal novembre del 1991 che Matjaz prende il caffè all’ombra del Torrazzo e la domenica veste di grigio e rosso per assistere i propri partner d’attacco e, spesso, far gol. La sua storia si unisce indissolubilmente alle fortune del club lombardo, con cui nel 1993 si è aggiudicato il trofeo Anglo-Italiano a Wembley, ma ora c’è da salvarsi dopo l’ottimo campionato appena archiviato. Nonostante rimanga Simoni in panchina, in avanti non c’è più Chiesa e ora tutto il peso dell’attacco è sulle sue spalle e su quelle di Tentoni. Seppur riesca a toccare il suo record personale con sei reti, la squadra retrocede mestamente fra i cadetti e Florijancic, a fine campionato, saluta tutti per accasarsi al Torino.
Marko PEROVIC

Per dar solidità al centrocampo e trovare nuove soluzioni per l’attacco, il presidente Luzzara va a pescare il profilo di Perovic, attingendo all’inesauribile fucina di talenti della Stella Rossa. Gioca in mezzo al campo, ma ha molta confidenza con il gol. È l’uomo giusto al momento giusto. E, infatti, nei numeri Marko non delude le aspettative, mettendo a segno cinque reti nelle venticinque uscite con la casacca della Cremonese. Seppur fallisca l’obiettivo della salvezza, Perovic viene confermato dalla società e rimane al Giovanni Zini ancora per un anno.
John ALOISI

Non è il primo australiano a sbarcare nel massimo campionato italiano. John segue le orme di Frank Farina, ma a differenza dell’ex Bari, Aloisi riesce a segnare stabilendo un record che è durato fino a pochi mesi fa, battuto da Danilo della Juventus: il gol realizzato nel 2-1 al Padova è stata per venticinque anni la rete più veloce realizzata da uno straniero al debutto. Presentarsi così non è da tutti. L’attaccante ex Anversa, infatti, è stato acquistato per dar man forte al reparto avanzato e le reti, dopo tre uscite, sono già due. In molti pensano di aver trovato la panacea ai propri mali ed invece John si ferma lì, inanellando altre diciannove uscite a vuoto che, alla fine, contribuiscono a sancire la retrocessione fra i cadetti della Cremonese.

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