Privacy Policy Tutti gli "Young Player of the Year" della Premier dal 1990 al 2007

Tutti gli “Young Player of the Year” della Premier dal 1990 al 2007

14 Marzo 2021

Negli ultimi decenni ormai è sinonimo di grande spettacolo. Nata nel 1992 dalla storica Football League, che fu fondata nel lontanissimo 1888, la Premier League è una competizione avvincente, con molte squadre pronte, sul campo, a darsi battaglia per riuscire ad imporsi sia in campionato che nelle varie coppe nazionali. Tanti i club in prima linea volenterosi di primeggiare e di salire sul trono d’Inghilterra. In primis il Manchester United, a cui naturalmente si aggiungono team del calibro di Chelsea, Arsenal, Manchester City e Liverpool, tanto per citarne alcuni. La Premier è uno dei tornei più competitivi del mondo, ma non per questo meno adatta ai giovani. Ogni anno fior fior di ragazzi si impadroniscono delle luci della ribalta mediatica mettendo in chiaro il proprio talento e aggiudicandosi quello che viene chiamato “Professional Footballers’ Association Young Player of the Year”, che tradotto significa “Giovane dell’anno della PFA”. Un riconoscimento annuale che viene attributo al miglior giocatore della Premier League non ancora 24enne. Il primo ad aggiudicarsi il premio fu l’inglese Kevin Beattie nella stagione 1973-1974, il primo di una lunghissima serie di un’importante élite di giocatori che nel tempo si sono imposti nel panorama calcistico mondiale. Ma chi sono i vincitori dal 1990 al 2007? Li trovate qui sotto, uno per uno, buona lettura.

1990-91 – Lee SHARPE (Manchester United)

Esterno purissimo arriva a Manchester a diciassette anni. Diventa uno dei pezzi pregiati dello scacchiere di Sir Alex Ferguson, ritagliandosi un ruolo di assoluto protagonista fra gli altri nella vittoria della Coppa delle Coppe, con tanto di gol nella semifinale di ritorno contro il Legia Varsavia e nel trionfo della Premier League 1992-93 che mancava da ventisei anni nella bacheca dei Red Devils. Nel 1990 divenne famosa una sua tripletta in casa dei Gunners in un epocale Arsenal-Manchester United 2-6 in Coppa di Lega. Una serie di duri infortuni, fra cui una brutta meningite virale, e l’ascesa dei vari Giggs e Kanchelskis lo portano lontano da Manchester dopo aver vinto dodici trofei in otto stagioni. Passerà anche da noi, alla Samp, ma con molta meno fortuna. 

1991-92 e 1992-93 – Ryan GIGGS (Manchester United)

Altro mancino fatato, mix di tecnica e velocità allo stato puro. La leggenda. L’eroe di Manchester. La bandiera assoluta dei Red Devils. Un simbolo clamoroso con il record totale di presenze nella storia ultracentenaria del Manchester United. Il 19 maggio 2014 Giggs annuncia il suo addio al calcio giocato al netto di 963 presenze con i diavoli rossi inglesi, di cui 632 solo in premier, senza dimenticare naturalmente i trentasette trofei che lo rendono il giocatore più vincente della storia del calcio inglese, fra cui, a proposito di record, le tredici Premier League. È il calciatore ad aver segnato in più edizioni della Champions, competizione vinta nel 1998-99 e nel 2007-08. Alla fine comprese le presenze con la nazionale gallese, giocherà più di mille gare in carriera. Intramontabile. Epico.

1993-94 – Andy COLE (Newcastle United)

E non poteva essere altrimenti. Dopo aver trascinato in Premier il Newcastle, la stagione successiva segna la bellezza di 41 gol in quarantasei incontri, record assoluto nella storia dei Magpies. Un contributo fondamentale dell’attaccante che permetterà ai neopromossi bianconeri di chiudere l’annata con uno splendido terzo posto. Prestazioni di livello che non possono non stuzzicare le attenzioni del Manchester United con coach Ferguson che preferì lui all’altro anglo-caraibico, Stan Collymore, creando qualche una certa insoddisfazione tra i supporter dei Red Devils. Mai scelta fu più indovinata. Acquisto azzeccatissimo e con l’arrivo dell’altro attaccante Dwight Yorke nacque la famosa leggenda dei Calypso Boys, il duo offensivo che fece le fortune dello United. Un esempio? Basti pensare alla stagione 1998-99 e al fantastico Treble conquistato dai diavoli rossi. Dopo Shearer e Rooney, Cole è il terzo realizzatore di tutti i tempi della Premier League con 187 reti. The Shark.

1994-95 e 1995-96 – Robbie FOWLER (Liverpool)

The God (il Dio). È questo il soprannome che è stato affibbiato al ragazzo di Liverpool a dimostrazione dell’amore enorme che i tifosi dei Reds provano verso di lui. Cresciuto nel quartiere di Toxteth Fowler esordisce in prima squadra nel 1993. L’anno successivo, stagione 1994-95, Robbie mise a segno 31 gol in 57 presenze, record polverizzato nel 1995-96 con 36 reti in 53 incontri. Inserito al quarto posto dei giocatori Reds più forti di sempre dopo Gerrard, Dalglish e Rush, si dimostrò, oltre che un attaccante fortissimo, un giocatore divertente ma a volte molto discusso. Celebre la sua esultanza del 3 aprile 1999, quando, nel match Liverpool-Everton, dopo aver segnato su rigore esultò chinandosi sulla linea di fondo ed iniziò a simulare una “sniffata” alla riga di gesso, gesto che gli costò quattro giornate di squalifica e una multa di 32.000 sterline. Eccentrico.

1996-97 – David BECKHAM (Manchester United)

The Spice Boy. Il mago delle punizioni. Piede raffinato, chirurgico. Centrocampista che predilige l’out di destra viene mandato al Preston per farsi le ossa. Tornato a Manchester, gode della fiducia totale di Ferguson, che se ne infischia delle critiche e lo usa, come altri ragazzi appena usciti dalle giovanili e con poca esperienza, per sostituire i senatori che hanno preso altre destinazioni. L’occhio esperto di Sir Alex ancora una volta non sbaglia e viene ampiamente premiato, con Beckham che avrà un percorso di crescita esponenziale, diventando oltre che un buon realizzatore uno dei più forti assist-man in circolazione. Con lo United vincerà tutto, dodici trofei in dodici anni, con 394 presenze, 85 reti e 98 assist. Vivrà altre esperienze importanti oltre i confini inglesi, su tutte quella con il Real Madrid. Dopo Shilton e Rooney, è il terzo giocatore con più presenze nella storia della Nazionale Britannica. 

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