Privacy Policy Tutti i personaggi che hanno reso grande Tutto il Calcio Minuto per Minuto

Tutti i personaggi che hanno reso grande Tutto il Calcio Minuto per Minuto

12 Dicembre 2021

Immaginate di essere a cavallo degli anni ‘90. Immaginate di avere un padre che vi ha trasmesso la passione del calcio, la passione per una squadra, immaginate un’epoca in cui non esistevano emittenti televisive in grado di trasmettere le partite in diretta, immaginate un’epoca in cui le parole streaming, buffering, highlights non sapevamo nemmeno cosa volessero dire, immaginate quindi di non poter vedere alcuna immagine.

Il televideo è fra i primi frame che provano a raccontarci il calcio e fra i primi esperimenti interattivi della televisione. Nasce nel 1984 e con il tasto teletext, o quello rappresentato da un televisore pieno di righe, si accedeva a questa schermata piena di “contenuti” unicamente testuali. Utilizzando i tasti numerici era quindi possibile visionare anche pagine sportive fra cui una specie di diretta delle partite: Sfondo nero, il tabellino della partita desiderata e gli aggiornamenti più o meno in diretta con i gol e i marcatori. Non c’era racconto né cronaca ma soprattutto non tutti avevano un televisore con quest’opzione, almeno non subito.

È il 1993 invece l’anno d’esordio di “Quelli che il Calcio”, la trasmissione che rivoluzionò il modo di “vivere” lo sport più bello del mondo in televisione. Il format ebbe un successo pazzesco, pur non avendo alcun diritto d’immagine sulle partite. ma diventando una traduzione televisiva di quella che invece fino a quegli anni era stata l’unica amica del vero tifoso e appassionato di calcio.

Mamma Radio e la mitica trasmissione che quest’anno festeggia sessantuno candeline “Tutto il calcio Minuto per Minuto”, che, nonostante l’avvento del web, l’avanzamento tecnologico delle riprese video, le pay-TV e la speculazione dei diritti televisivi è ancora lì viva e vegeta più che mai.

Il programma nacque durante la stagione 1959-60, da un’idea di Guglielmo Moretti, che prese spunto da una trasmissione radiofonica francese (“Sports et Musique”), nella quale cronisti-inviati commentavano in diretta dai campi di gioco le partite del campionato nazionale di rugby a quindici. Le trasmissioni iniziarono in via sperimentale nel 1959, come test per i giochi olimpici di Roma del 1960, evento globale trasmesso televisivamente e radiofonicamente dalla RAI. il debutto ufficiale avvenne domenica 10 gennaio 1960.

Immaginate dunque di avere con voi una di quelle radioline piccole nere, coi numeri gialli, un solo interruttore per scegliere se farsi trascinare dalle onde medie AM o dall’audio della banda larga FM. Una rotella per scorrere le frequenze con quella stanghetta bianca che si muoveva rilasciando dalle casse quello scroscio classico dello spostamento finché non si trovava la quadra (il tempo che ci voleva). L’opzione universale per ascoltare il calcio allora era onda AM – frequenza 657.14.55 – del pomeriggio ed eccola lì puntuale

Una voce scandiva con dizione perfetta la seguente frase: «Va ora in onda Tutto il Calcio Minuto per Minuto. A cura della redazione RadioRAI». E a seguire quella che per molti nostalgici come noi è la “canzone”, che viene solo dopo l’inno nazionale di Mameli. La sigla “A Taste of Honey“ di Herb Albert & the Tijuana Brass. E la melodia inconfondibile della tromba che tutti canticchiavamo più o meno così.

Sigla che sfumava sulle parole dello studio. Un breve presentazione della regia e poi via i collegamenti sul campo. Quello principale che aveva la precedenza su tutti ed era il match di cartello e poi via via la scaletta a seconda dell’importanza. Carrellate di dati statistici, formazioni, commenti a pochi minuti dal fischio ma soprattutto i due assoluti:

1. La posizione sul terreno di gioco delle squadre a partire dalla “nostra postazione”
2. La descrizione dettagliata dei colori sociali.

Queste due informazioni non mancavano mai e se adesso vi sembrano inutili e scontate dovete pensare che il radioascoltatore non vede ed è quindi il radiocronista a regalare gli input giusti per far lavorare l’immaginazione. Ecco in cosa affascina di più questo ruolo rispetto a quello del telecronista. La voce del radiocronista non è solo un accompagnamento alle immagini, ma diventa essa stessa il LA per la creazione di figure, luoghi, colori, emozioni.

L’assenza di immagini coinvolge in un meccanismo straordinario chi racconta e chi ascolta: passione di chi ascolta che attende il vantaggio della propria squadra; passione di chi racconta perché non ci sono immagini e l’emozione può essere trasmessa a chi ascolta soltanto se chi racconta è realmente emozionato. Senza passione un radiocronista sarebbe freddo. Se in televisione si può concedere a un telecronista di essere asettico, è impossibile concedere assenza di passione a chi fa radio, proprio perché la radio non ha immagini, quindi c’è bisogno di emozionarsi. Quello che può essere un difetto quindi secondo alcuni, rimane forse il grande privilegio della radio, perché chi ascolta, attraverso la propria fantasia, si crea le immagini.

Timbri inconfondibili, parlate con cadenze geografiche ben marcate e poi il brusio delle tifoserie che chi è nato in quell’epoca ha ancora nelle orecchie. Impossibile dimenticare le urla a ogni collegamento con un gol con la speranza che la voce che sarebbe intervenuta di lì a poco fosse quella del radiocronista che seguiva la propria squadra del cuore. La sensazione a un certo punto era quella persino di riconoscere il brusio di ogni collegamento e capire quindi in anticipo dove avevano fatto gol.

Emozioni uniche, quasi indescrivibili. Che hanno toccato le corde più profonde delle anime dei tifosi sparsi su tutta la penisola. Per anni. Così tanto che anche Elio e le Storie Tese hanno dedicato loro una canzone dal titolo “Ameri”, sulle note di “Gli amori” di Toto Cutugno. Eccola qui, per creare la giusta atmosfera.

E allora amici ascoltatori, tuffiamoci nei ricordi di una domenica pomeriggio perché vi stiamo per regalare una ad una le voci grazie alle quali abbiamo sognato, gioito e qualche volta pianto prima di sederci in orario di aperitivo davanti alla tv per seguire con trepidazione 90° Minuto.

Buon ascolto! Ecco i nomi dei radiocronisti più amati e iconici nella storia del programma radiofonico.

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