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Tutti i personaggi che hanno reso grande Tutto il Calcio Minuto per Minuto

12 Dicembre 2021

Nicolò CAROSIO

Voce storica del calcio prima in radio, poi in tv, è stato il primo ad intervenire da un campo nel corso di “Tutto il calcio minuto per minuto”: era infatti l’inviato a Milano per Milan-Juventus, campo principale del primo numero della trasmissione. Ha inventato un gergo al quale tutti i radiocronisti fanno ancora affidamento. Quando sentite espressioni come “cerchio di centrocampo” atte a far disegnare la geografia del campo all’ascoltatore lo dobbiamo a lui.

Roberto BORTOLUZZI

Per ventisette anni ha tenuto le fila dallo studio come un vigile buono districandosi anche laddove scattava qualche invidia tra la prima e la seconda voce: «Scusa Ameri, vai pure Ciotti». È uno degli autori che assieme a Sergio Zavoli e Guglielmo Moretti dà vita alla trasmissione, contribuendo fattivamente al successo del format. La sua ininterrotta conduzione al timone della trasmissione rappresenta un record di longevità attualmente ancora imbattuto,

Massimo DE LUCA

È il 1987 quando il giornalista raccoglie il pesante testimone che gli lascia Bortoluzzi e per cinque anni è lui che “dirige” dallo studio i collegamenti dagli stadi. Fa da ponte fino all’arrivo di Alfredo Provenzali, dopo il passaggio alle reti della Fininvest operato nel 1992. Per quattordici anni rimane alla “concorrenza” finché nel 2006 viene nominato direttore di RAI Sport, una carica che ricoprirà fino al 2009.

Alfredo PROVENZALI

Sarà nella squadra-radio dal 1966 e diventerà conduttore della trasmissione dal al 2012. Provenzali seguiva anche le partite di pallanuoto, il nuoto ed il ciclismo. In RAI lo chiamavano Don Alfredo, quasi a voler paragonare la sua classe al microfono a quella di Alfredo Di Stefano sul campo. «Gentili ascoltatori, buon pomeriggio dagli studi di Saxa Rubra di RadioUno da Alfredo Provenzali» il suo domenicale saluto agli appassionati sparsi per lo stivale.

Enrico AMERI

Prima voce dal 1960 fino al 1991. Prima di diventare giornalista è maestro di scuola e mentre i bambini giocavano a pallone durante la ricreazione faceva le telecronache imitando Carosio. Ameri era innanzitutto ritmo. Una voce di prim’ordine che quasi risultava accessoria difronte alle cadenze che riusciva a imprimere al racconto. Era un trascinatore, un grande narratore abile nel trasferire l’ascoltatore direttamente allo stadio. Sua la prima storica irruzione sulla voce di un collega per annunciare la rete di Pedro Manfredini a San Siro il 31 gennaio 1961.

Sandro CIOTTI

Soprannome Catarro Armato, per quella voce inspessita da non meno di tre pacchetti di sigarette al giorno ma soprattutto da quell’edema alle crode vocali che arrivò dopo una diretta di quattordici ore alle Olimpiadi messicane del 1968. Grazie ai capi redazione dell’epoca, decise di non mollare quella che era la sua più grande passione e anzi quel timbro divenne il suo marchio di fabbrica. Trasformò quindi quello che sarebbe un difetto per chi fa radio in nella sua cifra stilistica. Non aveva gli stessi ritmi di Ameri, non poteva competere sulla velocità del racconto ma è riuscito a “gareggiare” alla pari facendo ricorso alla sua straordinaria competenza tecnica: è stato uno dei più grandi intenditori di calcio, anche perché fra i pochi radiocronisti ad averci giocato davvero. Un uomo di grande cultura, con un bagaglio lessicale straordinario e un’ironia che lo ha sempre contraddistinto Sue le espressioni più divertenti della trasmissione come la scaramantica: «Siamo al minuto che intercorre tra il 16 e il 18».