Un idolo per ogni Nazionale di Francia ’98, ve li ricordate tutti?
31 Marzo 2020
Carlos VALDERRAMA

La sua figurina con la sua esuberante capigliatura rappresenta sicuramente un cimelio storico. Quello di Francia ’98 fu l’ultimo mondiale della stella colombiana, che aveva già rappresentato i Cafeteros a Italia ’90 e USA ’94. Considerato uno dei migliori centrocampisti colombiani della storia, dal 2004 farà parte della FIFA 100, la speciale lista compilata da Pelé che include i migliori calciatori della storia, ancora viventi. Niente male.
Michael OWEN

Esordì nel Mondiale a soli diciotto anni, contro l’Argentina, agli ottavi di finale, segnando quello che è stato eletto come secondo più grande gol della storia della Coppa del Mondo. Solo la serpentina di Maradona fra le maglie dei suoi connazionali dodici anni prima seppe far di meglio. Nonostante la delusione della sua Nazionale dei Three Lions, eliminata già agli ottavi, Michael Owen diventerà il Golden Boy che di lì a tre anni conquisterà il Pallone d’Oro.
TUNISIA

Priva di vere e proprie stelle internazionali, il percorso della Tunisia a Francia ’98 terminerà durante la fase a gironi, con un solo punto ottenuto contro la Romania (1-1, rete di Skander Souayah). Di quella spedizione fecero parte anche Chokri El Ouaer e Khaled Badra. I due seguirono Franco Scoglio nella stagione 2001-02 al Genoa, insieme ai connazionali Bouzaiene, Gabsi e Mhadhbi che il Professore aveva conosciuto durante la sua esperienza triennale di commissario tecnico delle Aquile di Cartagine.
Dan PETRESCU

Il difensore romeno con passato in Serie A – trascorse due anni col Foggia di Zeman, collezionando 55 presenze e due gol, e una stagione al Genoa – si rese decisivo nel secondo match della sua Romania, quando all’86’ minuto trafisse Seaman sotto le gambe e permise alla sua Nazionale di ottenere tre punti d’oro contro quell’Inghilterra di cui era “ospite” da ormai quattro anni. Petrescu, infatti, approdò allo Sheffield Wednesday nel 1994 e dalla stagione seguente giocò al Chelsea fino al 2000.
CROAZIA

Senza ombra di dubbio, fu la più bella sorpresa di quell’edizione dei campionati mondiali. La Croazia ottenne sei punti nella fase a gironi ed eliminò la Romania agli ottavi e la Germania ai quarti con un roboante 3-0, prima di essere estromessa dalla corsa alla Coppa del Mondo durante le semifinali dalla Francia, futura vincitrice del torneo. Faro di quella rosa fu Davor Suker: l’attaccante, infatti, si laureò capocannoniere del torneo, con sei realizzazioni. Fra gli “italiani” nella Nazionale a scacchi bianchi e rossi c’era anche Mario Stanic, centrocampista del Parma che proprio oggi compie gli anni.
GIAMAICA

La piccola favola di Francia ’98. La nazionale più simpatica di sempre, il cui eroe fu impersonato da Theodore Whitmore, autore delle due reti contro il Giappone che permisero ai Reggae Boyz di ottenere l’unica vittoria della loro storia ad un campionato del Mondo – quelli del 1998 furono gli unici a cui presero parte – e il secondo successo di sempre di una nazionale caraibica, sessant’anni dopo l’affermazione di Cuba contro la Romania nel 1938 (2-1).
Hidetoshi NAKATA

L’esperienza francese del Giappone di Nakata non fu particolarmente esaltante: i Samurai Blu, infatti, conclusero la fase a gironi senza conquistare nessun punto. La clamorosa sconfitta contro la Giamaica rappresentò un’umiliazione che il Paese impiegherà tempo per metabolizzare. Tra i ventidue della spedizione, il presidente del neo-promosso Perugia, Luciano Gaucci, investì tre miliardi e mezzo per assicurarsi le prestazioni del forte trequartista nipponico. Nakata, da par suo, ripagò la fiducia del vulcanico numero uno del Grifone con una doppietta all’esordio contro quella Juventus che, solo due anni prima, rifiutò di ingaggiarlo dopo un provino giudicato insufficiente.
ARGENTINA

La Albiceleste era una delle formazioni più accreditate per la corsa alla Coppa del Mondo. Diretta dal commissario tecnico, Daniel Passarella, la Nazionale fu fermata solo dalla grande giocata di Bergkamp nei quarti di finale. Con Ayala (Napoli), Chamot e Almeyda (Lazio), Sensini (Parma), Simeone e Zanetti (Inter), Batistuta (Fiorentina), Veron (Sampdoria), Balbo (Roma), Crespo (Parma) e Pineda (Udinese), fu la Nazionale che deteneva il maggior numero di giocatori (undici) militanti in Serie A. Come non amarli?
MAROCCO

Oltre ad aver messo in mostra la stella Hadji, il Marocco salì agli onori della cronaca per aver messo in particolare difficoltà Nazionali del calibro di Brasile, Norvegia e Scozia, tanto da mancare gli ottavi di finale a causa della differenza reti. Tra i Leoni dell’Atlante che si misero maggiormente in risalto, oltre ai componenti del contingente del Deportivo La Coruña (Naybet, Hadji e Bassir), si fece notare Rachid Neqrouz, che oggi compie 48 anni, autore di una sorprendente stagione con la maglia del Bari.

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