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Una vita a sinistra: trenta terzini che hanno fatto la Storia

10 Aprile 2021

Andreas BREHME

Senza dubbio uno dei terzini più forti della sua generazione. Dice di lui il compagno Lothar Matthäus: «È stato il miglior calciatore con cui abbia mai giocato», investitura mica male per il biondo terzino tedesco, nato sulla destra e reinventato difensore di fascia sinistra da Giovanni Trapattoni. Grande tecnica, cross, dinamismo, sagacia tattica, Brehme è stato una colonna sia dell’Inter che della Germania Ovest, con cui vince i Mondiali del 1990. Calcia sia di destro che di sinistro, e con eguale efficacia: nella sua carriera sono numerosi i calci piazzati realizzati in occasioni di grande importanza: su tutti il rigore calciato e segnato contro l’Argentina nella finale di Italia ’90.

Trifon IVANOV

A guardare le sue foto oggi fa pensare la distanza dei concetti di “immagine” dei calciatori di tanti anni fa rispetto a quelli di ora. Eppure il compianto Trifon, scomparso a cinquant’anni per un attacco cardiaco, è stato un gran calciatore, tra i migliori di sempre del suo Paese, membro a pieno merito di quel gruppo della Generazione d’Oro composto da Stoičkov, Lečkov, Kostadinov e Balăkov che ha guidato la Bulgaria all’eccezione quarto posto di USA ’94. Carriera mai sbocciata a livello di club, non raggiungendo mai grandi squadre, Ivanov ha legato la sua storia a quella del CSKA Sofia: libero e difensore centrale, capace tuttavia di giocare con profitto anche sulla corsia sinistra, Trifon è stato difensore roccioso e forte nell’interdizione e veloce nelle discese sulla fascia. Gran tiro, limitato in nazionale dalla presenza di Stoičkov che faceva suoi i calci piazzati grazie alla maggior precisione.

Nigel WINTERBURN

Una vita nell’Arsenal, padrone della fascia sinistra dei Gunners dal 1987 al 2000. Arriva ad Highbury per sostituire il capitano Kenny Samson, dopo aver convinto i dirigenti biancorossi grazie alle ottime prestazioni con la maglia del Wimbledon, talmente importanti da aver attirato le attenzioni di mister George Graham. Le prime apparizioni di Winterburn sono state sulla destra, ruolo non suo ma che svolge con efficacia per un paio d’anni. Lui sulla sinistra, Lee Dixon sul lato opposto, Tony Adams e David O’Leary in mezzo, con la presenza talvolta di Steve Bould, diventano la difesa rocciosa dei Gunners di quegli anni, entrando nell’immaginario collettivo di appassionati e tifoseria.

Denis IRWIN

Dodici stagioni con la maglia del Manchester United, dal 1990 al 2002, per un totale di 529 presenze e trentatré reti. È uno dei simboli dei Red Devils questo irlandese, che del Manchester United è stato anche capitato. Gli inizi al Leeds, l’esplosione con l’Oldham e l’arrivo ad Old Trafford, dove vince tutto e dove resta titolare per dieci anni fino all’avvento di Phil Neville. Lascia lo United nel 2002 per il Wolverhampton, dove resta fino al 2004 prima di dire basta. Capitano nel club, fascia anche con la Nazionale, di cui Irwin è stato uno dei calciatori più rappresentativi: ha difeso i colori del suo Paese dal 1990 al 1999.

Antonio BENARRIVO

Una incredibile serie di trofei con il Parma per questo riccioluto difensore di fascia. Gli inizi con il Brindisi in serie C1, la B con il Padova e l’occasione con i Ducali di Nevio Scala, dove si ferma e gioca dal 1991 al 2004: anni memorabili, che vedono Benarrivo protagonista delle coppe vinte dai ducali, tre volte quella nazionale, una Supercoppa Italiana, due volte la Coppa UEFA, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea. Capace di fare entrambe le fasce, Benarrivo è “feticcio” di Arrigo Sacchi in Nazionale, che lo convoca, lo fa esordire nel 1993 e lo fa giocare dalla seconda partita in poi, finale con il Brasile compresa.

SERGI Barjuán Esclusa

Prodotto della Masia azulgrana, colonna del Barcellona dal 1993, anno del suo esordio nella Coppa dei Campioni quando scende in campo contro il Galatasaray, e padrone indiscusso della fascia sinistra fino al 2002. Veloce, tecnico, quando in giornata veramente irrefrenabile, dopo il Barça Sergi gioca con l’Atletico Madrid fino al 2005, quando intraprende la carriera di allenatore. Con le Furie Rosse cinquantasei presenze e soltanto una rete, messa a segno all’esordio contro la Polonia: ha giocato i mondiali del 1994 e del 1998 e l’Europeo del 1996.