Viaggio alla scoperta dei calciatori stranieri della Serie A 1988/89
23 Novembre 2021
VERONA
Thomas BERTHOLD (Germania Ovest)
Il concittadino di Völler viene ingaggiato dal Verona nel 1987, dopo che il terzino destro si è fatto notare per la sua poderosa fisicità durante i Mondiali del 1986 con la Germania Ovest. Il vicecampione del Mondo, dunque, raccoglie l’eredità di Briegel con la maglia degli Scaligeri dopo essersi messo in mostra in patria con la maglia dell’Eintracht Francoforte. Bagnoli lo impiega all’occorrenza anche da centrale o mediano e le sue prestazioni sono così buone che, a fine stagione, raggiunge proprio Rudi nella Capitale. La sua esperienza al Marc’Antonio Bentegodi, dunque, si chiude con un bilancio complessivo di settantadue match fra campionato e coppa, condite da quattro reti.
Claudio Paul CANIGGIA (Argentina)
La sua chioma bionda lo rende immediatamente riconoscibile. La sua velocità, poi, fa il resto. Caniggia sbarca in Italia proprio nel 1988 grazie all’interessamento del Verona che lo preleva dal River Plate. Si dice un gran bene del Figlio del Vento che coniuga alla sua principale peculiarità anche una tecnica sopraffina, tanto da essere inserito in pianta stabile nel novero della Seleccion campione del Mondo. Sbarca in Veneto e le sue prestazioni sono subito di grande qualità: a fine stagione registra ventun match e tre reti: la prima è datata 6 novembre 1988 ed avviene dinanzi al pubblico amico e al cospetto del Milan, campione in carica, che supera comunque i Gialloblù per 3-1. Solo una frattura alla gamba ne limita il contributo alla causa scaligera, ma non gli impedisce di trasferirsi alla ambiziosa Atalanta l’anno successivo.
Pedro Antonio TROGLIO (Argentina)
Il Verona fa spese al Monumental di Buenos Aires ed insieme a Caniggia preleva anche il centrocampista dei Millonarios. Con il suo bel panettone di capelli ricci, dunque, Troglio viaggia insieme al compagno di squadra alla volta del Marc’Antonio Bentegodi con la prospettiva di giocarsi una chance decisiva in vista delle convocazioni per i Mondiali del 1990. Il suo lavorio non è così “vistoso” come quello di Caniggia, ma comunque gli assicura un posto da titolare a centrocampo, dove si distingue come un elemento prezioso a disposizione di mister Bagnoli. Viene impiegato in trentadue occasioni su trentaquattro e a fine stagione viene acquistato dalla Lazio, dove convincerà definitivamente il commissario tecnico Bilardo a convocarlo per la kermesse iridata.
di Nando Di Giovanni
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