Viaggio alla scoperta dei calciatori stranieri della Serie A 1988/89
23 Novembre 2021
RUI BARROS Gil Soares (Portogallo)
A vederlo, così minuto e leggero, ci si chiede come farà a dar filo da torcere alle granitiche difese della Serie A. Però, il folletto lusitano ha nella tecnica e nella velocità le sue armi migliori. Caratteristiche che, però, non consentiranno alla Juventus di poter ambire al tricolore, sebbene Rui Barros ce la metta tutta per far valere le sue caratteristiche: segna ben dodici reti in ventinove partite di campionato ma, globalmente, l’annata non può dirsi soddisfacente. L’anno successivo si aggiudica la Coppa Italia e la Coppa UEFA ma, dopo aver visto il Mondiale di Italia ’90 dal divano di casa, riceve la notizia della sua cessione al Monaco, dove resterà fino al 1993.
Aleksandr ZAVAROV (Unione Sovietica)
Ci ha provato in tutti i modi il sovietico a convincere i tifosi juventini circa la bontà del suo acquisto. D’altronde, parlano le ottime recensioni che il Colonnello Lobanovskyi regala sul suo conto: «Come Maradona, Zavarov ha una tecnica incredibile, può decidere una partita in qualsiasi momento, sa organizzare il gioco e difendersi». E invece, l’avventura dell’ex della Dinamo Kiev al Comunale è un disastro totale: mai integratosi nel contesto sociale della città torinese, così come negli schemi di Zoff che lo considera come una sorta di centravanti arretrato, lo Zar che girava in Duna raccoglie – ahilui – il testimone lasciatogli da Ian Rush come uno dei peggiori acquisti nella storia della Juventus. Sarà che dal gallese ha ereditato anche la casa di Torino…
LAZIO
RUBEN SOSA Ardaiz (Uruguay)
In campo corre per tre e si danna come un matto per recuperare palloni da scagliare violentemente verso le porte avversarie. L’attaccante uruguaiano è uno degli acquisti più costosi della Lazio del presidente Calleri e l’ex Real Saragozza ha il compito di far dimenticare la cessione di Paolo Monelli, capocannoniere dei capitolini durante l’ultimo campionato di Serie B. Infatti, i Biancocelesti sono tornati in Serie A dopo un’assenza durata tre stagioni – durante le quali si è anche sfiorata la clamorosa retrocessione in Serie C1 – e l’obiettivo minimo è quello della salvezza. Ruben Sosa si danna l’anima per incidere positivamente nell’economia della squadra e la missione viene compiuta grazie alle otto reti realizzate in trentatré partite – dodici contando anche i match di Coppa Italia – che gli consentono di aggiudicarsi il titolo platonico di capocannoniere stagionale del club.
Nelson Daniel GUTIERREZ (Uruguay)
Il difensore centrale uruguaiano sbarca in Europa dopo le esperienze in patria con il Peñarol, in Colombia con il Nacional de Medellin e in Argentina con il River Plate. Tuttavia, Gutierrez fatica non poco per guadagnarsi un posto fra i titolari, vista la serrata concorrenza di Gregucci e Piscedda. Al termine della sua prima e unica stagione all’Olimpico, infatti, si contano soltanto diciassette gettoni, conditi dall’inutile rete realizzata al Marco Sinigaglia di Como durante la sconfitta dei capitolini per 2-1. Viene ceduto al Verona al termine della stagione e con gli Scaligeri “festeggia” la retrocessione che rappresenta il suo foglio di via dal Belpaese, materializzatosi dopo il Mondiale disputato con la Celeste per accettare l’offerta del Logroñes.
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