Volo diretto Montevideo-Cagliari. I calciatori uruguaiani che hanno vestito la maglia dei sardi
14 Ottobre 2020
Marcelo Tejera
Arrivato a Cagliari giovanissimo, come grande promessa del calcio internazionale, finisce per collezionare solo cinque presenze nella stagione 1992-93. Dotato di gran classe e di un carattere leggero, che lo avvicinava spesso alla vita notturna, distraendolo a più riprese dai suoi impegni professionali. Il calcio italiano non faceva per lui e tornò infatti in Sud America, vivendo un’ottima carriera tra il campionato argentino e quello uruguayano.
Fabian Alberto O’NEILL
Genio e sregolatezza per El Mago. Una carriera a rincorrere il proprio talento, tra eccessi e distrazioni extra calcistiche. Ma alla fine hanno vinto la sregolatezza, gli eccessi, i vizi. Giocatore naturalmente dotato di tecnica sopraffina e visione di gioco fuori dal comune, ha vissuto a Cagliari le sue stagioni più esaltanti, divenendo l’idolo dell’intera regione. Acquistato dalla Juventus, nel 2000, per diciotto miliardi di lire, ha smarrito i suoi obiettivi, senza più ritrovare una adeguata forma fisica e lasciando, solo come ricordo, i lampi di genio che ha regalato al calcio italiano per cinque, intensi anni.
Dario Debray SILVA
L’unica esperienza italiana di uno degli attaccanti più indisponenti e affascinanti degli ultimi trent’anni è proprio a Cagliari. Dario Silva arriva in Sardegna nel 1995, con la fama del predestinato. Quattro stagioni tra Serie A e B, distinte da giocate memorabili e vuoti tattici incolmabili che, uniti ad un carattere tutt’altro che accondiscendente, hanno causato forti attriti con tutti gli allenatori, fino al definitivo litigio con Gian Piero Ventura ed il conseguente addio al calcio italiano. Peccato, sarebbe stato bello.
Luis Alberto ROMERO
Fu Gregorio Perez, leggenda del calcio uruguaiano, a volere in Italia con sé l’abile attaccante, che in patria aveva regalato al Peñarol ben quattro scudetti consecutivi. Era la stagione 1996-97. Tuttavia, il buon Romero non si adattò mai al calcio nostrano, così come il suo mentore, che fu esonerato dopo solo sei partite di campionato.
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